Il disegno di legge delega 1167 B approvato dal Parlamento contiene alcune norme discutibili in materia di lavoro, lo afferma il Segretario della Fim Cisl di Modena, Claudio Mattiello.

La conciliazione e l’arbitrato in alternativa al percorso giudiziario nelle controversie di lavoro, già presente nella legge, viene ora resa facoltativa. Tuttavia, una volta scelta la strada di affidare all’arbitrato la soluzione del problema, in caso di mancato accordo, la decisione arbitrale è definitiva.

Tutto questo se lasciato alla libera scelta non è un fatto negativo; può rappresentare un utile strumento di tutela e per sveltire le procedure, se si tratta di questioni legate all’applicazione contrattuale e alle differenze salariali.

Negativa è invece la cosiddetta clausola compromissoria: si riferisce al fatto che le parti (datore di lavoro e lavoratore) nel contratto individuale possono stabilire, in modo permanente, che eventuali controversie di lavoro siano decise da arbitri.

La nostra contrarietà, continua Mattiello, nasce dal fatto che se il lavoratore è indotto a scegliere già all’atto dell’assunzione la rinuncia “preventiva” alla via giudiziale in favore di quella arbitrale, si determina un indebolimento della tutela complessiva.

Inoltre se si considera che l’arbitrato potrà decidere in base a considerazioni di “equità” nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, si apre la strada all’aggiramento di alcune tutele inderogabili previste dalle leggi e dai contratti.

Il Governo sostiene che in questo modo viene garantita la libertà del singolo, ma è una libertà finta : infatti il lavoratore è nella condizione di soggetto più debole e nella scelta tra l’essere assunto o perdere l’opportunità di lavoro, subirà le condizioni imposte dal datore di lavoro.

La legge delega è già stata approvata in modo definitivo anche se rinvia alla sottoscrizione di contratti collettivi la sua effettiva attuazione. In assenza di accordi tra le parti provvederà il ministro (entro 12 mesi). Questa modalità di intervento del ministro non aiuta la contrattazione e peraltro va contro gli accordi sottoscritti dalle parti sociali il 15 aprile 2009 e rischia di trasformare, la conciliazione e l’arbitrato da strumento utile per i lavoratori a un fatto negativo.Ciò che deve fare oggi il sindacato è prepararsi, perciò, ad un confronto con le controparti imprenditoriali per

– escludere l’applicabilità di tale clausola in fase di assunzione o per rapporti di lavoro non a tempo indeterminato

– riconfermare appieno che il punto di riferimento anche dell’arbitrato non può essere dato che dalle leggi e dai contratti..

Per la Fim queste sono condizioni minime per evitare che la legge produca danni.

Adesso, conclude il Segretario Fim, è importante per prima cosa aprire, in tempi rapidi, un confronto con le Associazioni imprenditoriali per ottenere questi risultati.

In caso contrario sarà necessario mettere in campo la protesta e iniziative di lotta. Resto comunque convinto, afferma Mattiello, che lo sciopero della Cgil contiene argomenti che anche noi come Cisl abbiamo presentato, ma la Cgil ha scelto la strada della protesta isolata e solitaria, finita la fase congressuale ci aspettiamo un ritorno nell’affrontare i problemi che tutti abbiamo in agenda, nessuno escluso.

(Fim Cisl di Modena)