Per i reati di agevolazione all’uso di sostanze stupefacenti (articolo 79 del testo unico sulla droga) e di occupazione abusiva, il gup di Bologna, Andrea Scarpa, ha condannato in rito abbreviato  ad un anno e sei mesi con pena sospesa, 4 uomini, riconosciuti come i gestori del Ca.cu.bo, centro sociale nella periferia di Bologna, dove la notte del primo maggio 2006 una ragazza originaria di Potenza e residente a Ferrara, allora 21enne, entrò in coma dopo aver ingerito dell’anfetamina. Il pm Lorenzo Gestri – titolare dell’indagine – aveva chiesto una pena di 2 anni e mezzo. Un quinto imputato è stato assolto dall’accusa di agevolazione all’uso di droga ed è stato condannato solo per occupazione abusiva con il pagamento di 500 euro di multa.  Altre cinque persone, accusate solo di occupazione abusiva, hanno patteggiato la pena e dovranno pagare 500 euro di multa. Altri nove imputati, infine, sempre accusati dello stesso reato, andranno a processo.

Per i 4 condannati – di età compresa tra i 29 e i 53 anni e tutti senza precedenti penali – il gup ha accolto l’ipotesi accusatoria del pm Lorenzo Gestri, secondo cui gli stessi tolleravano l’uso e la vendita di droghe fuori e dentro al locale per richiamare il pubblico, in occasione delle feste. I biglietti, infatti, costavano dieci euro e alle serate partecipavano centinaia di ragazzi e ragazze. Durante le indagini, dalle testimonianze di diverse persone  e da alcune foto contenute in un computer sequestrato dentro al locale, è emerso che il centro sociale era frequentato anche perché si sapeva di potervi trovare e consumare ogni genere di droga.

Questa sentenza, spiegano in Procura, potrebbe fare giurisprudenza poiché si tratta di una delle prime volte in cui gli organizzatori di serate, pur non essendo loro a vendere le sostanze stupefacenti, sono stati condannati per aver tollerato l’uso di droga nel locale.

Non potendo risalire ad un rappresentante legale poiché il centro sociale era stato occupato abusivamente, gli inquirenti sono riusciti ad individuare i gestori e organizzatori delle feste grazie ad accertamenti sui loro conti correnti. La sera del primo maggio 2006 la ragazza finita in coma dopo aver ingerito ecstasy liquida fu soccorsa dal personale medico all’esterno del centro sociale dove era in corso un rave party. Fu poi trasportata all’Ospedale S.Orsola di Bologna nel reparto di rianimazione.