Una popolazione in costante crescita e piu’ giovane. E’ questa la fotografia della popolazione emiliano-romagnola rilevata, a gennaio 2010, dal servizio controllo strategico e statistica della Regione Emilia-Romagna. I residenti nei 348 Comuni dell’Emilia-Romagna sono 4.395.606 unita’ (2.259.640 femmine e 2.135.966 maschi), con un aumento di 39.439 unita’ rispetto allo stesso periodo del 2009 (+0.9%).

L’aumento e’ totalmente ascrivibile ai vecchi 341 Comuni emiliano-romagnoli (39.507 unita’), mentre i nuovi sette Comuni dell’Alta Valmarecchia (Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello) sono leggermente in calo (-68 unita’ rispetto al 2009). I dati confermano ancora una volta il trend di crescita della popolazione iniziato all’incirca a meta’ degli anni novanta.

Sebbene si registri un rallentamento rispetto all’incremento dell’ 1,5% registrato nel 2009, il ritmo di crescita si mantiene in linea con quello medio osservato nel corso dell’ultimo decennio. La provincia piu’ giovane dell’Emilia Romagna e’ Reggio Emilia, con il 15,1% della popolazione sotto i 15 anni e poco meno del 20% anziana: il suo indice di vecchiaia e’ pari a 130,8 (1,3 anziani per ogni giovane). Ferrara risulta la provincia piu’ vecchia, dove solo il 10,8% della popolazione ha un’eta’ inferiore a 15 anni, mentre ben il 25,5% e’ anziana, raggiungendo un indice di vecchiaia di 236%, pari a 2,4 anziani per giovane (la media regionale e’ di 1,7).

Continua a diminuire il rapporto tra anziani e giovani espresso dall’indice di vecchiaia: nel corso degli ultimi dieci anni si e’, infatti passati, da quasi 2 anziani (di 65 anni e piu’) per giovane fino a 14 anni agli attuali 1,7. Un altro indicatore interessante e’ l’indice di struttura della popolazione attiva, che misura il grado di invecchiamento della popolazione in eta’ lavorativa (cioe’ la fascia 15-64). L’equilibrio si verifica quando la popolazione tra i 40 e i 64 anni (lavoratori anziani), eguaglia quella tra i 15 e i 39 (lavoratori giovani) e l’indice risulta pari a 100.

In Emilia-Romagna questo indice e’ invece progressivamente peggiorato passando da 103,2 nel 2002 a 121,5 nel 2010. Andamento che riflette in parte quelli della natalita’ negli anni ’70 e ’80. L’immigrazione straniera, che pur ha contribuito a ringiovanire la popolazione in eta’ lavorativa, non ha colmato completamente il gap che si e’ creato tra l’uscita di lavoratori anziani e l’ingresso di lavoratori giovani.