Se l’On. Rita Bernardini eletta col PD, ma Radicale d’appartenenza, avesse letto qualche quotidiano locale, informandosi su quanto accade quotidianamente a Modena attorno al CIE saprebbe che c’è chi vive sotto scorta perché lavora nel CIE, che i volontari della Misericordia sono stati spesso oggetto di minacce, di attacchi, che la loro sede è stata incendiata. E forse si sarebbe risparmiata commenti superficiali sull’impegno profuso da chi lavora lì dentro.

Nessuno vuole censurare il diritto di critica di una parlamentare della repubblica, o il suo diritto a visitare e verificare le condizioni di vita delle persone ospitati nei CIE, però ci vuole la responsabilità civile di non gettare benzina sul fuoco delle polemiche che già infiammano l’ambiente intorno al CIE.

Il livello delle prestazioni, dell’assistenza, dei servizi offerti dal CIE di Modena è stato spesso riconosciuto, e credo che molti amministratori locali che ben conoscono e spesso hanno difeso l’operato della Misericordia, vorranno difendere da attacchi gratuiti di chi arriva a modena per poche ore, fa affermazioni pesanti mettendo a rischio la sicurezza dei volontari e poi torna a Roma.

 (Avv. Luca Ghelfi, Consigliere Provinciale – PDL)