44 dibattiti e 29 appuntamenti culturali perché Festa Reggio non sia soltanto il luogo della buona tavola e dell’incontro, ma anche quello dell’”agorà”, del dibattito e del confronto. E’ nel segno di Renzo Bonazzi, al quale è stata intitolata la sala dibattiti, “una persona, un sindaco e un intellettuale della nostra città”, che il segretario provinciale del Pd Roberto Ferrari ha inaugurato l’edizione 2010 di Festa Reggio.

In platea, dopo la tradizionale sfilata inaugurale preceduta dalla banda, la presidente della Provincia Sonia Masini, l’assessore all’istruzione del Comune di Reggio Iuna Sassi, la senatrice Leana Pignedoli e tanti altri amministratori e dirigenti, assieme ad Ulderico Bonazzi, fratello del compianto sindaco, scomparso lo scorso aprile, e parecchi volontari. “E’ a loro che va il nostro primo ringraziamento, visto che sono oltre un migliaio quelli che tutte le sere si alterneranno per fare funzionare la festa”, ha detto Ferrari.

Gli ha fatto eco il direttore della festa, Luca Bosi: “E’ la più grande festa politica e popolare interamente gestita dal volontariato: complessivamente si alterneranno 5-6mila volontari, la metà dei quali non iscritti al Pd, e questo è un segno di straordinaria ricchezza. E se si vuole respirare un po’ di buona politica, serve sentire certe discussioni che, ad esempio, vengono fatte nelle nostre cucine”. A chi considera il dibattito un po’ troppo “pidicentrico”, Bosi ha voluto ricordare “che tante personalità del centrodestra sono state invitate, ma hanno risposto negativamente”.

A rammentare che Festa Reggio 2010 è anche festa nazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione, è stato Enzo Lavarra, responsabile nazionale del forum dell’agricoltura del Partito democratico: “Voglio esprimere la mia gratitudine a chi progetta e realizza feste, che potevano sembrare surclassate dagli eventi multimediali, ma così non è stato. E ci tengo a rimarcare che la scelta di Reggio Emilia per fare ripartire questa festa nazionale è determinata dal fatto che è il luogo simbolo di come si possa coltivare la memoria proiettandola nel futuro, una città di accoglienza ma aperta al mondo, e che ha anche un patrimonio gastronomico di tutto rispetto”.