Due slavi, residenti in campi nomadi in Toscana, sono stati arrestati dai carabinieri per aver commesso tre furti tra il 10 e il 16 aprile scorso, per un bottino complessivo di 15mila euro tra denaro e oggetti in oro, in altrettante abitazioni a Castel di Casio, piccolo Comune sull’Appennino tosco emiliano. I due presunti malviventi, D.M., jugoslavo di 34 anni residente a Signa (Firenze) e N.D., kosovaro 30enne residente a Pisa, entrambi con precedenti specifici, sono finiti in manette ieri mattina, dopo l’ordinanza custodia cautelare emessa dall’autorità giudiziaria, a conclusione di un’indagine durata oltre tre mesi che si è avvalsa di intercettazioni telefoniche e pedinamenti. Un terzo complice, un 25enne di nazionalità macedone, è ancora ricercato.

Le indagini sono state condotte dai carabinieri di Castel di Casio supportati dal nucleo operativo di Vergato. Ad incastrare il gruppo di presunti criminali sono state alcune testimonianze che hanno consentito di individuare l’auto utilizzata per i diversi colpi. Durante i furti, perpetrati nel tardo pomeriggio, non vi erano persone in casa ma, secondo gli investigatori, i tre stranieri avrebbero potuto commettere reati più gravi come, ad esempio, rapine in abitazioni. Nel corso di un sopralluogo, infatti, avvenuto presso un appartamento a Granaglione (paese poco distante da Castel di Casio) dove i tre avevano tentato un furto ma poi avevano desistito notando l’arrivo di una gazzella dei militari, sono stati trovati guanti ed alcune bende. I tre slavi sono accusati anche di un furto commesso lo scorso giugno a Grizzana Morandi nel bolognese e gli investigatori sono ancora al lavoro per scoprire se gli arrestati siano reponsabili di altri colpi avvenuti nelle vicinanze.