26.000 Km di rete gestiti di cui oltre 4.000 nel nostro territorio, 56.428 analisi svolte nel 2009, delle quali circa 8.000 nel Modenese, dove i principali parametri, tra cui il clorito, i nitrati e il sodio si sono confermati di gran lunga inferiori ai limiti di legge. Sono solo alcuni dei dati contenuti nel report annuale:‘In buone acque’, che Hera dedica interamente, per il secondo anno consecutivo alla qualità dell’acqua potabile erogata.

Il report, pubblicato in questi giorni, rappresenta un’esperienza unica nel panorama delle multiutility italiane; il suo obiettivo principale è rendere accessibili e trasparenti a un pubblico vasto i dati relativi alle attività svolte e ai risultati raggiunti dal Gruppo, che gestisce il servizio idrico in 226 comuni, per un totale di oltre un milione di clienti. Hera, lo ricordiamo, è anche la società che in Italia ha l’indice di investimento più elevato nel settore idrico, con 444 euro ogni 1.000 metri cubi di acqua fatturata.

Nella pubblicazione sono presentati i risultati relativi alle analisi svolte da Hera nel 2009 nell’ambito del piano di controllo del servizio idrico integrato, con riferimento ai principali parametri che descrivono la qualità dell’acqua, che nel territorio modenese servito da Hera proviene da 225 punti captazione, prevalentemente sorgenti e pozzi.

I dati evidenziano che tutti i valori medi sono ampiamente inferiori ai limiti di legge, in una misura compresa tra il 76% e l’89%.

L’acqua Hera, quindi, è sicura, di ottima qualità e può essere bevuta quotidianamente. Il suo consumo, oltre a costituire un risparmio per le famiglie, giova all’ambiente. L’Italia, infatti, è il primo Paese in Europa e il terzo nel mondo per consumo di acqua in bottiglia. Considerando gli 11.000 miliardi di litri di acqua minerale bevuti ogni anno in Italia, si può stimare un consumo di 665 mila tonnellate di petrolio necessarie per produrre le 350 mila tonnellate di bottiglie di plastica che servono a contenerli. L’utilizzo di acqua del rubinetto in sostituzione di quella in bottiglia comporterebbe circa 7.500.000 cassonetti di plastica in meno da smaltire o avviare al recupero.

‘In buone acque’ è stato elaborato con il diretto coinvolgimento delle realtà che hanno ruoli di governo e controllo del sistema idrico.

La prefazione è firmata dal professor Massimo Ottaviani, Direttore del Reparto Igiene delle Acque Interne del Dipartimento ambiente e Prevenzione Primaria dell’Istituto Superiore di Sanità. Nel suo intervento egli pone l’attenzione sulla necessità di diffondere informazioni corrette sulla qualità dell’acqua, per permettere ai cittadini di compiere consapevolmente le proprie scelte di consumo.

I contenuti del report affrontano anche alcuni luoghi comuni relativi al consumo d’acqua del rubinetto in rapporto alla salute, attraverso un’intervista alla dottoressa Emilia Guberti, Direttrice del Servizio Igiene alimenti e Nutrizione dell’Azienda USL di Bologna. Alla dottoressa sono state poste anche domande riguardo ad alcune convinzioni diffuse, ad esempio se è vero che l’acqua del rubinetto faccia venire i calcoli se è sicura e quanto incida il sodio contenuto nell’acqua nell’assunzione complessiva di questo elemento. Le risposte fornite dall’esperta hanno fugato ogni dubbio sulla veridicità di queste opinioni.