La recente strategia comunitaria per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, in coerenza alle definizione di “salute al lavoro” condivisa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla International Labour Organization, promuove un approccio globale al benessere sul luogo di lavoro, “che sia tanto fisico quanto psicologico e sociale”. A tal fine indica la necessità di sviluppare metodi e strumenti per l’identificazione e la valutazione dei rischi, in ottica di prevenzione e accordando priorità ai rischi psicosociali. Inoltre, sottolinea l’esigenza di procedere ad una razionalizzazione del quadro normativo comunitario e di quelli nazionali, in accordo a principi di legislazione coerente, semplice e efficace.

“A fronte di questi precisi orientamenti comunitari – sottolinea il prof. Tommaso M. Fabbri dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – sembra tuttavia permanere una spartizione del problema della salute delle persone al lavoro, per cui i rischi per il benessere fisico e la sicurezza sono ambito privilegiato delle scienze biomediche e politecniche, mentre i rischi per il benessere psicologico e sociale sono ambito privilegiato delle scienze psicologico-sociali. Questa spartizione genera non solo metodi di analisi e intervento marcatamente differenziati ma anche percorsi normativi distinti e non chiaramente conciliabili, come nel caso della normativa italiana, in cui lo stress lavoro-correlato e il benessere organizzativo sono oggetto di disposti differenti”.

Così, l’approccio globale auspicato dalla strategia comunitaria, riflesso nelle normative italiane in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, richiede ancora uno sforzo di integrazione che interessa sia le discipline che si occupano della salute delle persone al lavoro, sia i dispositivi giuridici di prevenzione, sia infine i metodi di valutazione dei rischi.

Su queste premesse la Fondazione Marco Biagi e l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, in collaborazione con le Aziende sanitarie della Provincia di Modena ed il patrocinio della Regione Emilia Romagna, ha promosso l’organizzazione di un convegno internazionale su “Benessere e lavoro:disciplina, approcci e strumenti”, che sarà ospitato lunedì 15 e martedì 16 novembre all’Auditorium della Fondazione universitaria Marco Biagi (largo Marco Biagi 10) di Modena.

L’appuntamento, che si avvarrà del contributo di docenti ed esperti anche stranieri, intende tematizzare l’effettività dei riferimenti normativi vigenti, contribuendo scientificamente alla declinazione pratica dei principi di promozione del benessere delle persone al lavoro cui le norme si ispirano. E ciò a partire dalle recenti indagini e sperimentazioni sul tema condotte presso alcune pubbliche amministrazioni nel territorio modenese.

Modena, ed in particolare le sue istituzioni pubbliche, rappresenta un terreno molto attivo e molto fertile sul tema del benessere nel lavoro: Ateneo, Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico, Comune, Azienda Sanitaria Locale hanno infatti autonomamente avviato, già da alcuni anni, dei percorsi di analisi e di intervento finalizzati alla promozione del benessere nel lavoro.

Al fine di riflettere su queste esperienze, di valutarne gli aspetti problematici e di valorizzarne le implicazioni in termini di miglioramento delle condizioni di lavoro, il convegno sviluppa un confronto sullo stato dell’arte della ricerca internazionale in materia di benessere sul lavoro.

La prima giornata di lunedì 15 novembre si aprirà alle ore 9.30 coi saluti del Rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia prof. Aldo Tomasi e del Direttore della Fondazione Marco Biagi dott. ssa Paola Reggiani Gelmini, cui seguirà una relazione introduttiva affidata al prof. Tommaso M. Fabbri della Fondazione Marco Biagi, docente all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e promotore dell’appuntamento.

La giornata, quindi trascorrerà attraverso una prima sessione dedicata agli aspetti giuridici, psicologico-sociali e biomedici del problema, che saranno introdotti e discussi da autorevoli esperti delle rispettive discipline.

La seconda sessione, nel pomeriggio, sarà invece dedicata ai metodi e agli strumenti di valutazione e intervento sui rischi psicosociali oggi disponibili a livello internazionale, che saranno illustrati e discussi dai rappresentanti apicali delle agenzie nazionali preposte al problema della salute sul lavoro (INAIL ex ISPESL – Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro, BAuA – German Federal Institute for Occupational Safety and Health, INRS – Institut National de Recherche et de sécurité pour la prévention des accidents du travail et des maladies professionnelles), nonché da un componente del Coordinamento tecnico interregionale per la valutazione del rischio stress correlato al lavoro.

Alla introduzione e discussione degli aspetti teorici e metodologici seguirà, nella seconda giornata di martedì 16 novembre, l’illustrazione delle esperienze di valutazione e intervento per la promozione del benessere nel lavoro realizzate presso l’Ateneo di Modena e Reggio Emilia, il Policlinico di Modena, il Comune di Modena, l’Azienda Sanitaria di Modena. Si tratta di indagini, censuarie e campionarie, e di interventi organizzativi, realizzati e realizzabili nell’immediato futuro, che il Rettore dell’Università e i Direttori Generali delle aziende sanitarie e del Comune sottoporranno al confronto istituzionale, nell’ambito della successiva tavola rotonda (ore 10.30), cui prenderanno parte: Patrizio Bianchi, Assessore alla Scuola, formazione professionale, università e ricerca, lavoro, della Regione Emilia Romagna; Daniele Di Nunzio, Ires-CGIL; Cinzia Frascheri della CISL, membro della Commissione consultiva per la valutazione dello stress lavoro-correlato presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; Gabriella Galli della UIL, membro della Commissione consultiva per la valutazione dello stress lavoro-correlato presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; Marco Mancini, Segretario Generale della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI); Antonio Martone, Presidente della Commissione nazionale per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle Amministrazioni Pubbliche (CIVIT), organo incaricato della promozione dei sistemi e delle metodologie finalizzate, tra l’altro, al miglioramento del benessere organizzativo; Giovanni Monchiero, Presidente Federazione Italiana della Aziende Sanitarie e Ospedaliere (FIASO), Laboratorio Benessere Organizzativo; Giorgio Pighi, Sindaco di Modena, Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) e Maurizio Zingoni, Delegato Ufficio Presidenza di UPI – Unione Province Italiane

Alla conclusione della tavola rotonda, il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione On. Renato Brunetta, estensore della Legge n. 15 del 4 marzo 2009 che rende cogente l’obiettivo del benessere organizzativo, porterà i suoi suggerimenti per la prosecuzione e la valorizzazione dell’esperienza modenese, anche a livello nazionale.

Le indagini modenesi

Le indagini condotte presso le istituzioni pubbliche modenesi, gli approcci, i metodi utilizzati e i risultati conoscitivi e pratici ottenuti, saranno oggetto di presentazioni specifiche nella mattina di martedì 16 novembre. Eccone alcune anticipazioni.

Nell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia, il personale docente e ricercatore dichiara un livello di benessere psicologico (cognitivo) superiore al personale tecnico amministrativo, e il personale di sesso maschile dichiara un livello di benessere psicologico (emotivo) superiore al personale di sesso femminile.

Nell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico di Modena, i livelli di benessere rilevato, che permetteranno di delineare in modo più adeguato le prospettive future dell’organizzazione aziendale, riflettono le peculiarità demografiche del personale: Policlinico ha infatti una popolazione di dipendenti giovane (il 56% dei dipendenti ha un’età al di sotto dei 44 anni, il 29% dei dipendenti ha un’età compresa tra i 45 e 54 anni) e “rosa” (74% dei dipendenti è di sesso femminile).

Nell’Azienda Sanitaria Locale, l’analisi svolta su un campione di dipendenti afferenti ai servizi Salute Donna ed ai servizi amministrativi distrettuali indica che, nelle percezioni dei soggetti coinvolti, le richieste cognitive ed emotive che provengono dall’azienda e quindi connesse al ruolo professionale eccedono le risorse cognitive ed emotive di cui i soggetti dispongono; questo sbilanciamento potrà essere colmato con interventi formativi mirati

“In generale, la conduzione di queste indagini, che in alcune fasi si sono svolte in maniera coordinata – spiega il prof. Tommaso M. Fabbri – grazie alla Scuola di Dottorato in Relazioni di Lavoro della Fondazione Marco Biagi, pone in evidenza la centralità dell’organizzazione del lavoro nel determinare il benessere dei lavoratori. Un’organizzazione del lavoro da analizzare con intenti migliorativi nei suoi aspetti tecnici, giuridici e sociali, e quindi con il contributo congiunto di una pluralità di competenze, diritto, economia e organizzazione del lavoro, quali quelle sviluppate nei percorsi di ricerca e formazione interdisciplinare della Scuola di Dottorato in Relazioni di Lavoro presso la Fondazione Marco Biagi”.