Il 5 per mille non è diventato una legge fiscale dello Stato italiano, a differenza di quanto è successo in altri 12 Paesi europei, ma è all’interno della legge di Stabilità ora all’esame della Camera dei deputati: la copertura per la misura, sperimentale da 5 anni, è stata decurtata da 400 a 100 milioni di euro, e le attività di tanti italiani e migliaia di associazioni sono a rischio.

“Siamo preoccupati -dichiara l’assessore all’associazionismo, sport e volontariato di Casalgrande Marco Cassinadri- di come, con il passare del tempo, le risorse diminuiscano proprio quando ve n’è più bisogno. Nel 2006, con la nascita di questa forma di finanziamento che non grava sui cittadini, si era creato un vero e proprio strumento di “democrazia fiscale” e lo Stato doveva svolgere unicamente un ruolo da intermediario; ora speriamo che gli emendamenti che si stanno presentando in Parlamento siano tali da ridare voce a quei 14.652.659 italiani che nel 2008 hanno devoluto quasi 400 milioni di euro a scopi benefici, scegliendo tale opzione nella dichiarazione dei redditi. Occorre infatti ricordare -conclude l’Assessore- che negli ultimi tre anni il 5 per mille ha compiuto una vera e propria “rivoluzione” per tante associazioni di volontariato presenti sul nostro territorio, fino a diventare per alcuni casi l’unica loro entrata”.

Il 5 per mille che non sostituisce l’8 per mille non costa nulla per il cittadino contribuente è una quota di imposta a cui lo Stato rinuncia per destinarla alle organizzazioni no-profit per sostenere le loro attività. A ogni singola organizzazione di volontariato dovrebbero essere infatti accreditate le somme destinate da chi ha indicato il codice fiscale dell’associazione scelta e una quota proveniente dalla ripartizione totale dei contribuenti che non hanno specificato alcun beneficiario pur firmando nella casella Onlus.

Per l’anno finanziario 2010, il 5 per mille è destinato agli enti del volontariato, della ricerca scientifica, dell’Università e della ricerca sanitaria, al sostegno delle attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente, e infine al sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal CONI che svolgono una rilevante attività di interesse sociale. E’ l’Agenzia delle Entrate che cura la predisposizione dei vari elenchi degli aventi diritto, sia per quanto riguarda gli enti del volontariato sia per le associazioni sportive dilettantistiche.