“L’Amministrazione Comunale di Modena è ovviamente interessata a qualsiasi confronto volto a risolvere problemi e potenziali conflitti sul territorio modenese. Quindi fin da ora mi rendo disponibile a partecipare ad un incontro per portare l’esperienza di Modena al tavolo dove si discuterà di come recuperare una dimensione di sereno confronto e di civiltà sulla questione di un luogo di culto adeguato alle dimensioni ed alle esigenze della comunità islamica nella zona di Sassuolo”.

Il sindaco di Modena Giorgio Pighi risponde così all’invito che il primo cittadino di Sassuolo Luca Caselli ha rivolto ad alcuni colleghi del territorio provinciale per riflettere sul tema dei luoghi di culto islamici.

A Modena, ricorda Pighi, ve ne sono tre, ricavati da precedenti edifici, “ma lo stesso trattamento è stato e viene riservato anche ad altre fedi religiose che ne hanno fatto richiesta e che hanno provveduto a loro spese a costruire o allestire gli spazi necessari”. Ciò ha favorito “un clima di amicizia e di collaborazione” tra credenti di fedi diverse rafforzando i rapporti religiosi e i presupposti della convivenza civile. “Le poche obiezioni registrate – osserva il sindaco – hanno riguardato una minoranza del ceto politico, evidentemente più interessata a garantirsi condizioni di momentanea visibilità, piuttosto che contribuire a creare le basi per un rapporto di riconoscimento reciproco tra culture e religioni diverse”.

E’ la Costituzione, ricorda Pighi, a riconoscere come diritto individuale e collettivo la possibilità di professare una religione e a Modena le comunità musulmane sono composte anche cittadini italiani. “Noi sappiamo bene che ogni libertà può presentare profili critici per il comportamento di chi ne abusa, ma la solidità della nostra democrazia ha individuato soluzioni evolute e lontane dal pregiudizio contro ogni illegalità”, scrive il sindaco al collega di Sassuolo.

“Tutto il mondo si sta ponendo il tema di salvaguardare la libertà religiosa e il pluralismo confessionale in Paesi lontani dal nostro. Bisogna essere capaci, con tutte le nostre forze, di evitare che immagini, provenienti dall’Italia, di musulmani in preghiera che srotolano i loro tappeti al freddo ed alle intemperie, possano dare un’idea deformata del sentimento prevalente degli italiani che vogliono sia data la possibilità, senza oneri per lo Stato, di realizzare luoghi di culto per qualsiasi religione”.

A giudizio di Pighi, ogni area importante della provincia deve poter essere nelle condizioni “di garantire la piena libertà religiosa, anche attraverso la nascita di centri di culto adeguati, nel rispetto delle regole e in accordo con le diverse comunità attive sul territorio. Se la nostra esperienza e le soluzioni adottate possono risultare utili al Comune di Sassuolo, saremo ben lieti di partecipare a confronti pubblici ed incontri di lavoro. Già oggi, d’altra parte, sappiamo di numerosi cittadini sassolesi costretti a spostarsi a Modena solo per compiere un gesto che dovrebbe, invece, risultare naturale e tutelato come quello di pregare secondo le proprie convinzioni e tradizioni”.