Il Gruppo PDL all’Unione Bassa Reggiana, in collaborazione con il Coordinamento Provinciale del PDL, ha organizzato un convegno sull’energia nucleare e le fonti alternative che si terrà Sabato 12 Marzo alle ore 18 a Novellara, presso Sala Palatucci, in Piazza Unità d’Italia 62.

Oltre alla presenza del Coordinatore Provinciale Massimiliano Camurani, al Consigliere Regionale Fabio Filippi e al Capogruppo all’Unione Bassa Reggiana Cristina Fantinati, sarà nostro ospite il Prof.Franco Battaglia, docente alla facoltà di Bioscienze e Biotecnologie presso l’Unversità degli studi di Modena e Reggio Emilia.

Proprio nella bassa reggiana molti Sindaci hanno approvato ordini del giorno e modifiche agli statuti comunali per rendere indisponibili i propri territori ad ogni tipo di attività diretta o indiretta collegata alla produzione di energia elettronucleare.

Riteniamo che questi provvedimenti siano dei veri e propri manifesti antinucleari di tipo propagandistico, se pensiamo che in Francia, a pochi chilometri dal confine con l’Italia, ci sono 8 reattori nucleari che lavorano solo per noi.

L’Italia importa energia elettrica prodotta dalle centrali nucleari francesi e la paga il doppio del costo di produzione, tant’è che ogni anno l’Italia paga alla Francia l’equivalente del costo di un reattore nucleare. Nel mondo ci sono oltre 900 reattori nucleari e 30 sono in costruzione, non è possibile pensare che stati quali gli USA, la Francia, la Germania, ecc. siano così irresponsabili da mettere a rischio la loro popolazione o da investire soldi in impianti inefficienti e pericolosi, come sostiene certa sinistra.

Secondo noi è importante fare informazione e chiarezza su questi temi, anche per tranquillizzare i cittadini, spesso terrorizzati con abili manovre false ed allarmistiche e non supportate da dati e fonti certe. E molto spesso la disinformazione e l’ignoranza portano alla paura e a timori confusi.

E’ importante sostenere un mix di energie che comprenda le fonti alternative e rinnovabili, ma senza il nucleare l’Italia rischia seriamente di dipendere totalmente dall’estero tra pochi decenni, quando finirà il petrolio seguito dal carbone e poi dal gas. Le altre fonti non saranno sufficienti a fornire l’energia di cui abbiamo bisogno.