Nonostante siano passati molti mesi dalla sua diffusione sui massmedia, ancora oggi la famosa mappa della Sogin (azienda pubblica controllata al 100% dal Ministero dell’Economia e incaricata dello smaltimento delle centrali nucleari dimesse e della gestione delle scorie), contenente i luoghi idonei a deposito per le scorie radioattive, resta un mistero insoluto.

I consiglieri regionali modenesi Palma Costi e Luciano Vecchi avevano presentato una interrogazione alla Giunta regionale, per capire cosa ci fosse di vero in quella mappa e, in particolare, nell’ipotesi di collocare addirittura più depositi nelle zone della nostra dorsale appenninica. Un’ipotesi considerata comunque assurda dagli esponenti PD per la mancanza dei minimi criteri di spazio e sicurezza, nonché per lo spregio ad aree di grande importanza naturalistica.

La risposta dell’Assessore regionale alle attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli, arriva oggi a mettere alcuni punti fermi sulla questione.

“Per prima cosa – riferiscono dunque i consiglieri Costi e Vecchi – quella mappa della Sogin è solo una bufala fino a quando non è operativa l’Agenzia nazionale per la sicurezza, non si sono svolte le valutazioni di impatto ambientale e non è predisposto il programma strategico sul nucleare previsto dal decreto governativo. Parliamo cioè di una bozza preliminare su cui le Regioni non sono mai state coinvolte, a conferma di una prassi del governo che esclude o scavalca i territori su decisioni vitali come tutte quelle che riguardano il nucleare”.

“Inoltre la Giunta regionale esclude in partenza la trasformazione in impianto o deposito radioattivo di qualunque area del nostro Appennino, che è polmone verde dell’Emilia-Romagna, terra di elezione della green economy e meta turistica da valorizzare”.

“La mancanza assoluta di trasparenza che caratterizza dall’inizio la proposta di ritorno al nucleare nel nostro Paese – sottolineano infine i consiglieri – rafforza le attuali forti preoccupazioni legate alla sciagura giapponese e la contrarietà totale della Regione Emilia-Romagna al progetto nuclearista del governo”.