Con uno schiocco delle dita muove montagne di marmo. E’ l’artista ravennate Yuri Ancarani, autore de ‘Il Capo’. Il video maker, dopo la partecipazione alla sezione ‘Orizzonti’ del Festival del Cinema di Venezia, sfiderà gli altri 27 film in gara al TrentoFilmfestival. Il corto dura 15 minuti, ed è realizzato a Monte Bettagli (Carrara). Il “Capo” è interpretato dallo stesso Ancarani nella cornice delle bianche cave di marmo. La cinepresa si ferma spesso sul volto solcato dalle rughe dell’uomo, sul suo sudore, sulla croce che tiene al collo, ma soprattutto sui gesti. Le dita si muovono, dirigono, come se fosse un’orchestra, i mezzi pesanti di una cava. Altre braccia, altri dorsi sudati, comandano scavatori e mezzi pesanti. Tutto avviene senza parole, ma con il linguaggio dei segni. Il “Capo” è solo nell’interno candido della cava, affacciata sugli strapiombi delle Apuane, in un rumore assoluto che si tramuta paradossalmente in calma e silenzio.

Yuri Ancarani è artista visivo, regista e docente di video-arte alla Nuova Accademia delle Belle Arti di Milano e di Ravenna. Tra i suoi ultimi film si ricordano: Made in Italy (2009) e In good we trust (2008).

Il film sarà proiettato domenica 1 maggio alle ore 20.00 e lunedì 2 alle ore 15.30 al cinema Multisala G. Modena di Trento.

Semus fortes. Una discesa e una salita nelle aspre montagne sarde per ritrovare la “via”. Per riscoprire se stessi, anche se la mente ha cercavo la via dell’oblio e del sonno, se si è chiusa in un guscio. E’ Semus fortes il documentario di Mirko Giorgi e Alessandro Dardani. La pellicola racconta la storia di un gruppo di giovani in cura al Dipartimento di salute mentale di Sanluri, in Sardegna, coinvolto in un’impresa epica per far ritrovare loro la libertà, dei corpi e delle menti, e per ricordare a loro che “Sono forti”. I terapeuti li portano a fare tre giorni di trekking nel Supramonte di Balnei, in Sardegna. L’obbiettivo è quello di far discendere i ragazzi dal canyon di Su Orroargiu, un terreno difficoltoso, aspro e tormentato. La nuova esperienza all’aria aperta e lo splendido panorama della montagna, gli strapiombi a picco sul mare, la natura che riempie la vista e il cuore, uniti alla difficoltà di dover comunque provvedere a se stessi in ogni momento, e alla fiducia che trovano quando vi riescono, riportano alla vita questi ragazzi, restituendogli fiducia e speranza nel futuro. “Ho capito – dice uno di loro – che questa esperienza mi stava portando alla verità”.

Il film sarà presentato martedì 3 maggio alle ore 18.00 al cinema Multisala G. Modena di Trento.

Mirko Giorgi, a metà degli anni Ottanta, è tra i primi in Italia a utilizzare l’outdoor training come leva per lo sviluppo del potenziale di persone disturbate. Dal 2000 si appassiona e inizia a realizzare video e documentari per aziende ed enti pubblici.

Alessandro Dardani inizia a dedicarsi alla fotografia negli anni Settanta, e dagli Ottanta si avvicina all’audiovisivo, realizzando diversi cortometraggi naturalistici e archeologici.

In tel fade – Là dove vivono le fate. Spesso i luoghi incantati, fiabeschi, non sono così lontani. Non bisogna cercare i boschi del Nord Europa o le fantasie degli artisti. Lo dimostra In tel fade – Là dove vivono le fate di Elisa Mereghetti e Marco Mensa, un viaggio attraverso l’Appennino reggiano, tre le nebbie autunnali, le piazze deserte e le nevicate invernali. Il documentario riprende i luoghi magici del monte Ventasso e del lago Calamone, abitati, secondo la leggenda, dalle fate. La pellicola dà voce ai viaggiatori, a chi attraversa quelle terre. Le emozioni diventano parola, i protagonisti si raccontano persino le emozioni suscitate dalla visione di un paesaggio. Benedetto è uno dei testimoni del passaggio nel lago delle fate, descrive con minuzia la sua visione della Pietra di Bismantova, che è diversa in base al punto da cui la si osserva. Ma gli Appennini non sono solo questo. L’eco del passato e la musicalità dell’ ambiente ha affascinato i due autori portandoli a trasporre le immagini in sensazioni, facendo rivivere i ricordi di guerra e resistenza, la tradizione del Maggio, le storie scolpite nelle pietre e il suono del vento sul crinale del Cusna. Un film che analizza, come nei prodotti precedenti di Elisa Mereghetti, temi di carattere antropologico relativi ai diritti umani.

Elisa Mereghetti collabora con il programma di RAI 3 ‘Geo&Geo’.

Marco Mensa è reporter e documentarista di lunga e fortunata in Rai, vincitore di molti premi tra cui il ‘Prix Leonardo’ dedicato alla fotografia.

Il documentario verrà presentato sabato 7 maggio alle ore 17.30 al cinema Multisala G. Modena.

Da giovedì 28 aprile Trento torna a essere la capitale internazionale della montagna grazie al TrentoFilmfestival, la prima rassegna cinematografica al mondo per età e importanza, dedicata alla magia delle vette. Una “ferrata” lunga 11 giorni, in cui si avvicenderanno numerosi e importanti nomi della cultura, dello spettacolo e dell’alpinismo, che si concluderà domenica 8 maggio con l’assegnazione della “Genziana d’oro” e degli altri prestigiosi riconoscimenti della rassegna.

Saranno le note del violoncellista Mario Brunello accompagnato da Saverio Tasca e dal celebre Coro della S.A.T. a trasportare il pubblico nella serata di apertura del 29 aprile, alla scoperta,del film muto Der Grosse Sprung (Il grande salto) di Arnold Fank. La tradizione del cinema tedesco farà da apripista alla straordinaria serata del giorno successivo, con l’anteprima italiana del film Cave of forgotten dreams, prima opera cinematografica in 3D del regista tedesco Werner Herzog, presente al festival anche con Happy people, a year in the Taiga.

L’alpinismo sarà protagonista non solo grazie alle serate evento condotte da Reinhold Messner e dedicate rispettivamente alla celebrazione dei cent’anni dell’arrampicata libera ed ai cinquant’anni della tragica ascensione del Pilone del Frêney sul Monte Bianco, ma anche con i racconti delle ultime imprese dei giovani Simone Moro e Leo Houlding.

In questa edizione MontagnaLibri, il “festival nel festival”, festeggerà 25 anni. Piazza Fiera ospiterà lo spazio espositivo nel quale il pubblico potrà rivivere i racconti e le impressioni delle terre alte, raccontate da autori e saggisti, avvolto da una accogliente architettura di guide, saggi, monografie e libri fotografici dell’editoria proveniente da tutto il mondo. Tra gli attesi protagonisti degli incontri letterari di questa edizione: Erri de Luca, Neri Marcoré, Enrico Brizzi, Mauro Corona, Kurt Diemberger.

Con la mostra fotografica in anteprima europea Rivers of ice: vanishing glaciers of the Himalaya il ricordo si trasformerà in denuncia: le gigantografie dell’alpinista e fotografo statunitense David Breashears mostreranno, raffrontate con immagini dell’inizio del ‘900, il drammatico scioglimento dei ghiacciai nella regione himalayana.