Una ricerca sviluppata da un team internazionale di ricercatori, tra cui un italiano, il prof. Marco Vinceti docente del Dipartimento di Scienze di Sanità pubblica dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, dimostra che, contrariamente a quanto spesso propagandato, l’assunzione di supplementi alimentari contenenti selenio non riduce il rischio di neoplasia prostatica e di altre patologie tumorali.

Il lavoro dal titolo “Selenium for preventing cancer” pubblicato su “Cochrane Database of Systematic Reviews 2011” (riferimenti al lavoro in fondo alla pagina), dimostra, al contrario, come l’assunzione prolungata del selenio possa far emergere effetti tossici, con danni in particolare sulla cute (alopecia, dermatite) e soprattutto nei confronti del rischio di sviluppo di diabete mellito di tipo 2.

“Queste conclusioni – ha dichiarato il prof. Marco Vinceti – sono state raggiunte dopo un’accurata analisi della letteratura epidemiologica sugli effetti sul rischio neoplastico dell’assunzione di selenio, che ha preso in esame 49 studi osservazionali di coorte, relativi all’introduzione del selenio con la dieta e con supplementi, e 6 studi sperimentali (trials).

Il gruppo di cui faccio parte ha inoltre in esame le indagini sperimentali di un trial statunitense, denominato SELECT (Selenium and Vitamin E Cancer Prevention Trial), effettuato su oltre 35.000 volontari e prematuramente interrotto sia per la mancanza di evidenze benefiche della supplementazione con selenio sia per l’insorgenza di tali effetti tossici”.

L’analisi compiuta di fatto suggerisce come non vi sia alcuna necessità di supplementare la dieta con selenio nella popolazione generale dei paesi occidentali, indipendentemente dall’entità della sua abituale assunzione, e come non debbano essere sottovalutati i potenziali effetti tossici di un suo sovradosaggio, tenendo conto dell’intervallo molto ristretto di ‘sicurezza’ di introduzione alimentare che caratterizza questo metalloide.

“Le conclusioni della ricerca – ha commentato il prof. Marco Vinceti – confermano quanto già osservato nell’ambito di nostri studi effettuati nella popolazione reggiana e modenese, in stretta collaborazione con colleghi dell’Ateneo, ricercatori di altre istituzioni quali la Boston University, la John Hopkins University di Baltimora e l’Istituto Tumori di Milano, e professionisti dell’AUSL di Reggio Emilia e dell’Arcispedale Santa Maria Nuova. Tale attività di ricerca è stata attivamente sostenuta da enti ed istituzioni reggiani, quali in particolare la Fondazione Pietro Manodori di Reggio Emilia e l’AUSL di Reggio Emilia, nonché il Comune e la Lega Tumori di Reggio Emilia”.

Citazione: Dennert G, Zwahlen M, Brinkman M, Vinceti M, Zeegers MP A, Horneber M. Selenium for preventing cancer. Cochrane Database of Systematic Reviews 2011, Issue 5. Art. No.: CD005195. DOI: 10.1002/14651858.CD005195.pub2 URL upon publication: http://doi.wiley.com/10.1002/14651858.CD005195