Una nuova tappa importante per il “pacchetto qualità” europeo e dunque per la tutela dei prodotti tipici e a denominazione d’origine, che rappresentano circa il 50% del valore della produzione agricola emiliano-romagnola. La Commissione agricoltura del Parlamento europeo ha infatti approvato ieri la nuova proposta di regolamento, che dovrà ora avere il via libero definitivo dal Parlamento europeo nella seduta planaria del 26-29 settembre. “Il voto in Commissione prelude ad un voto favorevole di tutto il Parlamento europeo. Siamo dunque di fronte a un passaggio significativo – sottolinea l’assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-Romagna Tiberio Rabboni – che se confermato consentirà di dare più valore e più certezze alle nostre produzioni. In particolare viene riconosciuta ai Consorzi la possibilità di regolare i volumi produttivi per evitare il crollo dei prezzi all’origine e salvaguardare i redditi degli agricoltori”.

Tra le novità in arrivo anche l’introduzione della denominazione “prodotto di montagna” e l’obbligo per tutti gli stati europei di perseguire ex officio le contraffazioni. “Sono alcune delle priorità – spiega Rabboni – che abbiamo sostenuto come Arepo, l’associazione delle Regioni europee che producono prodotti a denominazione d’origine. In particolare la possibilità di riportare in etichetta l’indicazione ‘prodotto di montagna’ recepisce pienamente una nostra proposta e rappresenta una importante opportunità di sviluppo per l’agricoltura di territori svantaggiati che possono competere con zone maggiormente produttive solo valorizzando le caratteristiche dei propri prodotti. Anche per questo intendo congratularmi per l’eccellente lavoro svolto dal presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, dalla relatrice García-Pérez e da tutti i componenti. Il mio invito va ora ai Parlamentari europei, in particolare a quelli delle regioni produttrici di prodotti Dop e Igp, affinchè garantiscano il pieno sostegno alla proposta di Regolamento approvata quando sarà discussa in seduta plenaria”.