Quattro immobili di proprietà del Demanio che si trovano attualmente in stato di degrado – palazzo Solmi, ex caserme Garibaldi e Sant’Eufemia e chiesetta Ricci – sono stati chiesti dal Comune allo Stato in virtù del decreto legislativo 85 del 2010, che intende attuare il cosiddetto federalismo demaniale. Il provvedimento di attuazione consente, infatti, agli enti locali di avanzare la richiesta di attribuzione a titolo non oneroso di beni immobili presenti sul territorio e appartenenti al patrimonio statale, nell’ambito di specifici progetti di valorizzazione.

“Il federalismo demaniale – afferma l’assessore comunale al Patrimonio Fabio Poggi – ha avuto un avvio molto incerto, caratterizzato da un elenco ripetutamente rivisto e non ancora definitivo di beni del Demanio civile trasferibili agli enti locali. Inoltre, siamo ancora in attesa di sapere quali sono gli immobili del Demanio militare disponibili. Nel frattempo, lo scorso 9 febbraio l’Agenzia del Demanio e il Ministero dei Beni culturali hanno firmato un protocollo d’intesa che consente agli enti locali di chiedere l’assegnazione di beni culturali del Demanio da valorizzare con specifici progetti”.

A Modena, il Comune ha chiesto, attraverso una delibera di Giunta, l’assegnazione dell’ex caserma Garibaldi, appartenente all’ex complesso abbaziale di San Pietro e in stato di abbandono dal 1996, di una porzione di palazzo Solmi occupata da locali della Soprintendenza e la cui ristrutturazione è ferma da anni, dell’ex caserma Sant’Eufemia attigua all’omonima chiesa, che necessita di interventi di restauro e riqualificazione e, infine, della chiesetta Ricci.

“Intendiamo in questo modo dare voce a un sentimento comune della città, che da tempo denuncia lo stato di degrado di alcuni immobili importanti da punto di vista storico e strategici per il rilancio del centro storico, come Palazzo Solmi e l’ex Caserma Garibaldi”, afferma l’assessore Poggi. “Se lo Stato non vuole o non è in grado di provvedere agli interventi necessari alla ristrutturazione e alla riqualificazione degli edifici, allora sarebbe bene assegnarli al Comune. Ci candidiamo a prenderci cura di una parte importante di patrimonio pubblico, utilizzando la nostra capacità progettuale per coinvolgere e cercare le risorse private necessarie alla loro riqualificazione, anche attraverso lo strumento del project financing”.

Per quanto riguarda la chiesetta Ricci, situata tra via Finzi e stradello Soratore, la richiesta di attribuzione è finalizzata ad attuare interventi di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza dell’edificio. Il Comune ha già pronto un progetto di ristrutturazione dell’ex cappella votiva ed è allo studio un percorso per valorizzare il fabbricato.

Discorso diverso per gli altri tre immobili, molto più ampi e collocati nel centro storico della città. Per l’ex caserma Garibaldi è allo studio un progetto per la valorizzazione del complesso nell’ambito di un piano che tenga conto del recupero dell’intero comparto e preveda spazi con destinazione d’uso a uffici e altre funzioni pubbliche. “Nulla osta che nell’immobile recuperato possa però trovare collocazione anche la sede distaccata della Prefettura di Modena, visto l’interesse già dimostrato dal ministero degli Interni”, aggiunge Poggi. “Anche il progetto di riqualificazione di palazzo Solmi, che occupa un intero isolato e già contiene una pluralità di funzioni, potrà tenere conto delle esigenze di spazi della Soprintendenza che parzialmente lo occupa ora”.

In entrambi i casi, come per l’ex caserma Sant’Eufemia, il cui progetto di valorizzazione prevederà opere di restauro conservativo e di riqualificazione al fine di destinare gli spazi a servizi per la collettività, gli interventi potranno essere coperti dalla partnership con soggetti privati e saranno conformi ai vincoli imposti dalla Soprintendenza.

ARTE E STORIA NEGLI EDIFICI CHIESTI AL DEMANIO

In attesa degli elenchi definitivi degli immobili di proprietà del Demanio civile e militare dello Stato trasferibili agli enti locali, sono quattro gli edifici appartenenti ai Beni culturali del Demanio statale che il Comune di Modena ha chiesto vengano assegnati all’Amministrazione locale. Ecco, in sintesi, alcuni cenni di carattere storico e artistico.

Ex caserma Garibaldi. E’ una porzione del fabbricato, parte dell’ex complesso abbaziale di San Pietro fondato nel 983, che per effetto di rifacimenti, ampliamenti e aggiunte, eseguiti nel corso dei secoli, rappresenta oggi un raro esempio modenese di architettura monastica del primo Rinascimento. In epoca napoleonica parte del monastero divenne caserma e Scuola nazionale del Genio e dell’Artiglieria. Nel 1821 il duca Francesco IV istituì l’Accademia nobile militare estense che nel 1824 venne insediata nell’ala del convento poi occupata dalla caserma Garibaldi.

Ex caserma Sant’Eufemia. E’ l’edificio, attiguo alla chiesa e al monastero delle Benedettine di Sant’Eufemia. E’ costituito da un corpo di fabbrica totalmente ristrutturato nel 1830 da Francesco IV, su progetto di Santo Cavani al quale probabilmente si affiancò anche Franceso Vandelli. Dapprima il fabbricato è stato adibito a caserma e scuderie dei Dragoni estensi, inoltre ospitava l’Economato militare e le carceri giudiziarie. Successivamente è stato destinato a vari usi tra cui caserma dei Carabinieri.

Palazzo Solmi. Occupa un intero isolato delimitato dalle vie Emilia, Carteria, Badia e Sant’Eufemia. Esempio di pregevole architettura settecentesca, deriva dall’accorpamento di edifici che hanno avuto differente origine, destinazione e committenza. Nel diciottesimo secolo l’edificio ha subito importanti interventi che ne hanno determinato lo stato attuale, con l’abbattimento del portico su via Badia e la ristrutturazione della facciata su via Emilia. Nel 1930 al piano terra sono stati realizzati negozi e una sala cinematografica. Attualmente l’edificio è anche sede di abitazioni private e di associazioni culturali. La richiesta di attribuzione del Comune riguarda la porzione del complesso costituita da alcuni locali già venduti alla Soprintendenza dal Comune, che li ha alienati nell’88, e da soggetti privati.

Chiesetta Ricci. E’ una cappella votiva del Settecento situata tra stradello Soratore e viale Filzi. Al valore architettonico dell’edificio di richiamo vandelliano per proporzioni, eleganza e sobrietà delle facciate, si aggiunge quello storico. La cappella contiene, infatti, le spoglie di alcuni dei più illustri esponenti di un importante famiglia modenese, tra i quali Ludovico Ricci (1742-1799), economista e ministro del duca Ercole III, a cui si deve la sistemazione dell’Archivio segreto del Comune di Modena, il Piano di riforma delle Opere Pie, il Piano di riforma dell’Estimo e la Corografia degli Stati estensi. La cappella contiene inoltre le vestigia di Giuseppe Ricci (1796-1832), già appartenente alla Guardia Nobile d’onore del duca estense Francesco IV e ingiustamente accusato di avere ordito un complotto contro il duca.