I risultati ottenuti dalla gestione del Teatro Carani non sono, a nostro avviso, figli esclusivamente della crisi che attanaglia il settore dell’intrattenimento e della cultura, lasciandoci per questo seriamente preoccupati. Anche la giunta , però, non dorme sonni tranquilli: decidendo di cambiare il modello di gestione adottato l’anno scorso, con cui si era assunta il rischio d’impresa, ammette di aver fatto un madornale errore di valutazione. Ma é inutile dire che questo l’avevamo già detto.

Esaminiamo ora i pochi dati già noti: a fronte di un numero di abbonamenti quadruplicati, grazie anche alla formula dell’abbonamento spezzettato che ha portato ad un sostanziale raddoppio del numero degli spettatori complessivi, è più che raddoppiato anche il numero degli spettacoli in cartellone. Cosa significa? Esaminando attentamente i numeri, si scopre che la media dei presenti é comunque in costante calo , da 405 spettatori di media per spettacolo nel 2008-9 ai 335 nel 2010-11: una realtà che desta preoccupazione.

Ed ecco che la giunta corre , tardivamente, ai ripari: il 9 luglio l’Assessore Cuoghi, in un intervista apparsa suo giornali, ammette che non sono ancora concluse con la proprietà le trattative relative all’affitto per la prossima stagione. Ed é nell’attuale incertezza gestionale, dove ovviamente non si hanno notizie della campagna teatrale per il prossimo anno , fatto gravissimo che di conseguenza comporterà il ritardato avvio della campagna abbonamenti, viene deliberato il bando per l’affidamento della gestione. Ma come ha ricordato lo stesso Roberto Costi, direttore emerito dello storico teatro, gli altri teatri si sono mossi già da tempo e al Carani rimarranno solo gli spettacoli scartati dagli altri, con un evidente calo dell’appetibilità degli abbonamenti.

Se aggiungiamo che sempre sulla stampa risulta l’intenzione della proprietà da tempo di vendere il Teatro, ci sporge naturale la domanda: ma l’amministrazione oltre ad essere al corrente di eventuali trattative in atto, é poi davvero capace di gestire questa situazione?

Vorremmo chiedere in fondo alla giunta di conoscere in modo approfondito la composizione del bilancio definitivo del teatro Carani, con i dati della stagione appena conclusa, comprensivo dei costi diretti, costo dei singoli spettacoli, ma anche di quelli indiretti ( stipendi, gestione biglietti, SIAE), cogliendo anche l’occasione per ospitare il cav. Costi in un prossimo consiglio comunale, per avere un illustrazione del progetto di Fondazione da lui ipotizzato nelle recenti interviste, progetto che prevede di dar vita ad una cordata che possa garantire alla città le future stagioni teatrali.

Sarebbe un ottima possibilità per comprendere meglio questa dolorosa realtà.

Il segnale che questa giunta si vuole occupare seriamente del Teatro Carani.

(Gruppo Consigliare PD Sassuolo)