Il testo di un intervento del sindaco di Modena Giorgio Pighi e dell’assessore alla Pianificazione e gestione del territorio Daniele Sitta in risposta alla consigliera comunale Eugenia Rossi.

Non potendo pensare che dopo oltre sette (7) anni di Consiglio comunale, un consigliere si muova ancora in modo impacciato nei passaggi istituzionali e nelle disposizioni delle norme urbanistiche, non resta che una seconda ipotesi e cioè che la consigliera Eugenia Rossi faccia finta di ignorare le norme e diffonda volutamente notizie e dati senza fondamento per costruire castelli di accuse immaginarie ed attacchi personali.

Atteggiamento evidentemente scorretto, crediamo pericoloso per la democrazia perché quando si “avvelenano i pozzi” nessuno poi trova più acqua, nemmeno chi li ha avvelenati; ma nel governare occorre pazienza e quindi ripetiamo alla consigliera Rossi quanto lei dovrebbe già sapere, perché le carte che invoca non sono altro che atti e delibere pubblici che lei, come qualsiasi cittadino, può tranquillamente recuperare sul sito internet del Comune. La consigliera, inoltre, avrebbe l’ulteriore vantaggio di poter chiedere direttamente agli uffici che lavorano per il Consiglio comunale.

Comunque ripercorriamo i fatti. Per molte delle cosiddette aree F (aree destinate ad attrezzature generali come impianti sportivi, strutture sanitarie ecc) il Consiglio comunale, prima nel 2005 e poi nel 2007, ha approvato le varianti che consentono ai proprietari di chiedere il cambio di destinazione d’uso dei loro terreni.

Tra le aree potenzialmente interessate c’è anche quella di Ponte Alto. L’iter definito dal Consiglio comunale prevede, appunto, che debbano essere i proprietari a chiedere la trasformazione che, al contrario di quanto affermato dalla consigliera Rossi, non è affatto automatica. Al momento della richiesta, infatti, inizia un nuovo percorso che comprende una serie di adempimenti, incluse tutte le prescrizioni di natura ambientale, anche se al riguardo, su Ponte Alto, c’è già un procedimento aperto da Arpa. Alla fine, comunque, è ancora una volta il Consiglio comunale, con dibattito e voto pubblico, a decidere sulla concessione o meno del cambio di destinazione d’uso.

La prova ulteriore di quanto affermiamo è che nei prossimi mesi arriveranno in consiglio diverse delibere riguardanti la trasformazione di aree F, diverse ma non quella riguardante Ponte Alto in quanto, ripetiamo, per quell’area non è stata presentata alcuna richiesta.

Ancora, i proprietari che chiedono la trasformazione d’uso della loro area conoscono benissimo le regole definite dall’Amministrazione comunale che prevedono la cessione gratuita al Comune dell’80% dei terreni. È forse proprio questa la parte che crea fastidio ? L’aver ridotto al minimo la rendita fondiaria e l’aver spinto al massimo l’interesse generale dei cittadini ?

Ma non è finita. La consigliera Rossi, malgrado non sia stata presentata alcuna richiesta di trasformazione dell’area di Ponte Alto e anche se abbiamo spiegato bene che sarà ancora il Consiglio comunale a decidere, insiste nell’insinuare che il passaggio di proprietà dell’area in questione sia avvenuto perché chi ha acquistato sapeva in anticipo della variante.

Ebbene sì, probabilmente è vero, forse chi ha acquistato lo sapeva prima…ma al pari di gran parte dei consiglieri comunali, delle circoscrizioni, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni economiche e degli ordini professionali, insomma di chiunque potesse avere un qualche interesse in merito.

La spiegazione, però, non è tanto misteriosa, non ci sono segreti o favoritismi, basta leggere la delibera alla quale, per altro, fa riferimento la stessa consigliera Rossi e cioè l’Oggetto 17 approvato dal Consiglio comunale in data 19/03/2007 dal titolo “Variante al piano regolatore generale -adozione”. In quella delibera, infatti, dopo aver ricordato i pareri favorevoli delle Circoscrizioni, viene riportato testualmente: “…la presente variante al Prg è stata oggetto di discussione della commissione Seta (una delle commissioni del Consiglio comunale) in data 15/2 – 21/2 – 7/3 e 15/3/2007 e di un’ampia consultazione con gli ordini e collegi professionali in data 22 gennaio e con le associazioni economiche e di categoria in data 24 gennaio e con le OO.SS (i sindacati) in data 14/3/2007”.

Quindi con largo anticipo rispetto all’adozione e più di un anno prima rispetto all’approvazione, le linee della delibera erano state rese pubbliche e illustrate specificamente a professionisti ed imprenditori; a tutti, però, ed in egual misura, così come a tutti viene doverosamente riservato lo stesso trattamento una volta richiesta la trasformazione dell’area. Ancora un’annotazione, il 19 marzo del 2007 il Consiglio comunale ha adottato la delibera, per poi approvarla definitivamente quasi un anno dopo, al termine del periodo che sempre si deve riservare alle osservazioni delle parti.

Tutti questi passaggi, infine, dovrebbero essere ben noti alla Consigliera Rossi perché in quel Consiglio comunale del 19 marzo del 2007 anche lei votò a favore della delibera che consentiva l’avvio delle procedure per la trasformazione delle aree F. Un anno dopo, nella seduta di approvazione, non partecipò al voto: legittimo cambiare idea, non far finta di non sapere.

 

Giorgio Pighi, Sindaco di Modena

Daniele Sitta, Assessore alla Pianificazione e gestione del territorio