Quando sarà ultimata, l’infrastruttura del nuovo Tecnopolo nel Campus della facoltà di Ingegneria di Modena, vera e propria “casa della ricerca”, ospiterà tre laboratori all’avanguardia.

Primo “pilastro” sarà il laboratorio Intermech, che si concentra su meccanica, disegno industriale, proprietà meccaniche di superfici e rivestimenti – in particolare attrito e usura – fino all’ingegnerizzazione dei rivestimenti per la meccanica su scala macro e micro. Settori target sono l’automotive e, più in generale, l’oleodinamica industriale e la robotica, ma con potenziali applicazioni anche nel settore biomedicale.

Troverà sede nel Tecnopolo di Modena anche Softech, uno dei laboratori della Rete alta tecnologia dell’Emilia-Romagna, rivolto a quattro aree tematiche: dalle applicazioni di visione artificiale alle reti di broker per l’ottimizzazione logistica, dai sistemi open-source Erp (Enterprise resources planning, letteralmente pianificazione delle risorse d’impresa), sviluppati all’interno del laboratorio e ideati su misura per le piccole e medie imprese, ai sistemi di video-sorveglianza e le reti di sensori per la sicurezza.

Si rivolge invece alle scienze della vita – una delle sei piattaforme tecnologiche di riferimento per la nuova rete regionale – la terza struttura portante del Tecnopolo modenese, cioè il Centro di medicina rigenerativa “Stefano Ferrari” che focalizza le ricerche sulle proprietà delle cellule staminali epiteliali. Il “Ferrari” si propone di sviluppare nuove potenziali applicazioni nei settori farmaceutico-biotecnologico tramite le cosiddette “terapie cellulari” o “geniche”.

foto da sinistra: Rita Cucchiara, di Softech-Ict, Angelo Oreste Andrisano, del laboratorio Intertech, Michele De Luca, del Centro di medicina rigenerativa