Ci è difficile commentare il nuovo Piano Casa presentato dal Sindaco Pighi e dall’Assessore Sitta prescindendo da una questione di metodo. Come la stampa ha riportato nelle scorse settimane erano in corso incontri e trattative politiche tra i partiti della maggioranza, e tra questi e la Giunta, per definire – se possibile – elementi condivisi per una delibera di indirizzo da consegnare alla discussione del Consiglio Comunale sul tema della casa e sulle scelte urbanistiche prossime venture. Una discussione difficile, in alcuni tratti aspra, che ha evidenziato differenze culturali e di approccio ma che aveva consentito, bozza dopo bozza, alcuni significativi passi avanti. Una discussione, va detto chiaramente, di cui nessuno ha dichiarato la conclusione; una trattativa dall’esito incerto, con punti di distanza tra le nostre richieste e le disponibilità della Giunta molto forti in particolare sul problema delle aree F (Cannizzaro ed Aristotele in primis) e sulla visione complessiva dello sviluppo della città, ma tuttavia che richiedeva ancora tempo per verificare la possibilità, almeno su alcuni punti, di ridurre le distanze con la Giunta.

In questa fase la Giunta esce con una presentazione ufficiale del nuovo Piano Casa, blindando così le scelte, sovrapponendo due percorsi paralleli – quello con la sua maggioranza e quello con le parti sociali – e rendendo di fatto concluso il percorso di maggioranza e, ancora una volta marginale il ruolo del Consiglio Comunale.

In estrema sintesi quali erano gli obiettivi della nostra iniziativa politica avviata questa primavera e proseguita con il nostro ultimo documento?

1. avviare quanto prima la discussione – attraverso percorsi partecipativi – del nuovo Piano Strutturale Comunale (PSC), in modo da consegnare finalmente alla città la possibilità di confrontarsi e decidere rispetto ai suoi bisogni e al suo sviluppo

2. impegnare il Comune di Modena all’obiettivo di un consistente stock di abitazioni da destinare all’housing sociale, cioè abitazioni in affitto a canoni sociali e con servizi integrati, al fine di rispondere al sempre più pressante disagio abitativo, vissuto da migliaia di famiglie, reso ancora più acuto dalla crisi economica

3. modificare l’approccio culturale ed operativo per quanto concerne la pianificazione urbanistica, con una maggiore attenzione alla tutela del territorio, bene primario da preservare per le generazioni future

Abbiamo, come noto, articolato la nostra proposta in 18 obiettivi ed una premessa: il Sindaco, Giorgio Pighi, deve assumere su di sé la piena responsabilità politica della futura programmazione territoriale.

Questi i risultati, contemplati nell’ultima versione raggiunta del Piano, che riteniamo di avere raggiunto:

1. Avvio, entro Giugno 2012, con l’obiettivo di adottarlo per la fine del mandato, della discussione del nuovo Piano Strutturale Comunale (PSC), in una logica di area vasta coinvolgente i comuni limitrofi o correlati

2. Entro breve cantieramento di 400-500 alloggi di housing sociale di alta qualità, di iniziativa privata, da edificare su aree concesse gratuitamente dal Comune; per quanto riguarda questo intervento, dettato da un quadro di emergenza che non rende possibili altre strade, abbiamo chiesto l’individuazione di più aree pubbliche, in modo da distribuirlo e renderlo meno impattante per il territorio e per il carico sui servizi; inoltre, nel medio periodo, ulteriori 1.000 alloggi destinati sempre all’housing sociale, da ricavare in questo caso dalla ristrutturazione di edifici privati esistenti e con il sostegno pubblico, anche attraverso esperienze differenziate (auto-costruzione, auto-ristrutturazione…)

3. Impegno ad un piano di ristrutturazione e riqualificazione dell’edilizia abitativa esistente che indichi ciò che si può già fare con il sostegno del Comune

4. Maggiore trasparenza e comunicazione verso i cittadini e loro partecipazione alle scelte di programmazione

5. Impegno al coinvolgimento finanziario ed operativo dei privati e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e maggiore sostegno alle cooperative di abitazione a proprietà indivisa

6. Riformulazione delle regole di accesso, di vendita e di affitto delle abitazioni di edilizia convenzionata (PEEP) al fine di contrastare abusi ed evasione fiscale

7. Nuova e maggiore responsabilità dell’Ufficio Casa affinché inquilini e proprietà convengano canoni più sostenibili e che migliorino gli stessi contratti cosiddetti “concordati”

8. Impegno formale ad aumentare i controlli nei cantieri per contrastare abusivismo, lavoro nero e far rispettare la normativa sulla sicurezza

9. Nuovo approccio all’Edilizia Residenziale Pubblica (le case popolari) per aumentarne la consistenza e migliorarne la gestione e l’assegnazione a chi ne ha diritto e toglierla a chi non ne ha più diritto

10. Impegno formale del Comune di Modena a ridurre drasticamente i tempi delle procedure di rilascio delle autorizzazioni edificatorie (fondamentale anche per consentire l’avvio di progetti di riqualificazione urbana)

Questi possiamo considerarli elementi di merito positivi del Piano. Ma permangono nodi critici, pesanti, tali da non far maturare il consenso complessivo di SEL sull’insieme del Piano:

1. Le cosiddette Aree F, aree già destinate ad attrezzature generali dal vigente PSC, vengono indicate quali le uniche su cui poter attuare l’housing sociale con edifici nuovi. Non si pone un limite alle varianti ancora possibili e che vanno ad aggiungersi alle capacità edificatorie già assegnate; infatti il Piano non si impegna a pubblicare l’elenco delle aree, di proprietà pubblica e privata, sulle quali è già possibile costruire abitazioni, con le relative quantità. Senza questo limite, ben definito, si corre il concreto rischio di ipotecare il nuovo PSC, tanto da renderlo puro esercizio di stile, almeno per quanto concerne le abitazioni

2. Sul piano della programmazione urbanistica non si vuole modificare l’attuale “modello” che vede una contrattazione urbanistica tra costruttori e cooperative di abitazione ed Amministrazione comunale, mentre i cittadini – insieme al Consiglio comunale – buoni ultimi, vengono informati solo a “giochi fatti”. A nostro avviso è indispensabile e non più rinviabile il pieno coinvolgimento preventivo ed a pieno titolo della cittadinanza, attraverso veri percorsi partecipativi, in cui non debbano prevalere logiche personalistiche, ma che consentano al contrario una presa di decisione collettiva più consapevole e trasparente, concreta ed utile prima che Giunta e Consiglio deliberino varianti e piani urbanistici

3. Il Piano Casa non mette realmente in discussione quanto è stato deliberato o si intende deliberare su aree a forte sensibilità ambientale e sulle quali i cittadini organizzati hanno segnalato preoccupazioni legittime e giuste: i campi acquiferi di via Aristotele e via Cannizzaro, aree per le quali richiediamo una moratoria che consenta una nuova deliberazione capace di dare ascolto a quanto segnalato da tecnici e comitati, che assuma la necessità di attuare una Valutazione ambientale strategica che tranquillizzi anche le centinaia di migliaia di cittadini cui arriva l’acqua estratta dai pozzi presenti nelle due aree

4. Per tutte le varianti relative alle aree F ribadiamo la necessità di puntuali verifiche della loro rispondenza ai diversi piani ed alle diverse problematiche conseguenti alle modifiche: piano dei servizi, mobilità pubblica e privata, qualità ambientale…; tutti gli elaborati e le relative documentazioni dovranno essere rese pubbliche prima della adozione di dette varianti

5. Infine, occorre assumere misure straordinarie per intervenire sullo stock in aumento delle case non utilizzate (sfitte e invendute) da mettere a disposizione delle famiglie sottoposte a sfratto

In conclusione, ripetiamo l’appello iniziale: chiediamo al Sindaco di assumersi, come impone il suo ruolo istituzionale, le piena responsabilità politica di attuare una nuova strategia urbanistica e democratica, evitando di consegnare la programmazione dello sviluppo della nostra città allo scontro fra le necessità delle imprese, delle famiglie in difficoltà, di quei cittadini che, con buone ragioni, chiedono una maggiore trasparenza e la possibilità di partecipare alle scelte sulla città e sulle loro vite.

(Cristian Favarin – Circolo cittadino Sinistra Ecologia Libertà)