“Nel 2011 abbiamo recuperato 11,6 miliardi. In un paese che ogni anno ha un evasione di 120 miliardi e 250 miliardi di sommerso”. Queste sono le parole di Attilio Befera, direttore del Dipartimento delle Entrate. “A noi viene naturale pensare che se l’anno passato tutti avessero pagato le tasse non ci sarebbe stato bisogno di aumentare l’iva, i carburanti ne di sopportare questa manovra che scontenta tutti. Visto che le manovre anti-crisi dal 2011 ad oggi sono costate complessivamente 81,2 miliardi di euro. Non è una questione di lotta di classe ne di redistribuzione della ricchezza. L’Italia è uno stato che potrebbe permettersi una riduzione della tassazione senza tagliare i servizi. Potrebbe permetterselo se tutti pagassero regolarmente quanto dovuto allo stato; come peraltro i lavoratori dipendenti e i pensionati hanno sempre dovuto fare, seppur ‘col cuore gonfio di dolore’. Commenta Borghetti, coordinatore provinciale di IDV.

“Mi sembra doveroso ricordarlo, anche se noi dell’Italia dei Valori ne abbiamo fatto un mantra, perché saltuariamente sfugge anche alle istituzioni. O a chi nelle istituzioni dovrebbe tutelare gli interessi dello stato inteso come unione dei cittadini. Non si tratta di andare a stanare e processare come un delinquente il negoziante o la pizzeria che tira a campare. Ma di tutelare piccoli imprenditori e commercianti compresi che vedono aumentare l’iva e ridurre gli incassi per il calo dei consumi. Si tratta di dare l’esempio e di promuovere l’idea di uno stato coeso che collabora al funzionamento dei servizi. Questo esempio deve necessariamente partire da chi le istituzioni le rappresenta o partecipa alla gestione della cosa pubblica, direttamente e indirettamente. Altrimenti rischiamo di cadere nel solito clichè che un po’ per uno non fa male a nessuno, mentre i soldi mancano e le tasse crescono a danno di tutti”.