“Noi non possiamo lasciare sulle spalle delle generazioni più giovani e di quelle che verranno questa spaventosa eredità”. E’ quanto ha affermato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano oggi in Comune a Bologna, parlando del debito pubblico dell’Italia. Il Capo dello Stato ha ricordato infatti che “i sacrifici, le severità e le durezze” messe in campo dalle misure amministrative e governative puntano all’obiettivo “essenziale per il futuro del Paese che è l’abbattimento del debito pubblico accumulatosi nel tempo”. Debito pubblico che, secondo Napolitano, “è uno dei fattori di esposizione dell’intero contesto europeo ai rischi di deflagrazione. Nel corso di questi mesi chi avrebbe mai immaginato che il termine spread potesse diventare di uso comune: questi alti e bassi già ci mettono sulle spalle una ancora maggiore entità di spesa per onerare i titoli del debito pubblico. Necessità a cui si legano misure restrittive che per quanti sforzi si facciano hanno un impatto sulla crescita”. Da qui l’invito a “fare uno sforzo per selezionare molto bene le riduzioni di spesa pubblica”, perché, afferma, “tagliare alla cieca è fuorviante”.

“Siamo in un tunnel dal quale dobbiamo uscire facendo dei sacrifici – ha detto ancora il Presidente – Ho parlato spesso di coesione sociale, che è un aspetto importante di tutte le politiche pubbliche, è un bene prezioso e riguarda ogni sforzo per evitare che diventino dirompenti i conflitti tra interessi diversi, ma seguire un criterio di solidarietà e di coesione sociale non puo’ significare immobilismo”. Napolitano si è quindi detto convinto che “ci sono spinte troppo conservatrici nella nostra società” e “molto deve cambiare nei comportamenti, nelle posizioni acquisite e nelle aspettative”.

“Una cosa – ha spiegato – è la distribuzione ed equa dei sacrifici, altra cosa è che ci sia qualcuno che si sente esentato”. Non si può escludere, ha ripetuto il Presidente, che dalla crisi economica esca un’Italia “materialmente impoverita”, ma l’importante, “è che esca più sobria e più giusta”. Nel suo intervento a Palazzo d’Accursio, dove ha incontrato eletti e amministratori locali, il Presidente della Repubblica ha anche sollecitato il federalismo fiscale che “non è un’opzione ma un dovere cui dare attuazione anche andando al di là dell’empasse in cui si trova ora il processo”.In particolare, ha osservato Napolitano, “c’è stato molto conservatorismo” per quanto riguarda la necessità di riforme in materia di assetti istituzionali e al nodo della revisione delle Province. “Ci sono questioni accumulatesi nel tempo che ora affrontiamo con molto ritardo, e più c’è ritardo più le questioni si aggrovigliano”. “Siamo alle prese con una riforma del Parlamento, si parla del superamento del bicameralismo perfetto, e non sarà facile venirne fuori nonostante appelli e sollecitazioni”, ha infatti ricordato, mentre a riguardo delle Province “si è andati avanti e indietro, e si è presa una decisione parziale”.

“Abbiamo molto da rivedere dal livello regionale in giù”, aggiunge Napolitano, precisando che la riforma istituzionale va risolta “con razionalità e visione d’insieme”.