“Si tratta di un provvedimento iniquo che non rispetta il principio di autonomia degli Enti locali: l’impressione è che a Roma ci percepiscano unicamente come fonte di spesa e non come rappresentanti delle comunità, che contribuiscono allo sviluppo locale”: è compatta e unanime la voce di sindaco e assessori del comune di Scandiano sul provvedimento del governo che intende trasferire le liquidità dei comuni alla tesoreria dello stato.

In barba all’art. 5 della Costituzione, che riconosce e promuove l’autonomia e il decentramento amministrativo degli enti locali, il governo Monti obbliga i comuni a versare le disponibilità liquide esigibili, depositate sulle rispettive contabilità speciali, aperte presso la tesoreria statale, nella misura del 50% entro il 29/2/2012 e della quota rimanente entro il 16/4/2012. Un provvedimento iniquo, che va in contrasto anche con gli artt. 118 e 119 della Costituzione. Il Comune di Scandiano, come molti altri enti locali del territorio nazionale, non ci sta. E’ dello scorso 1 marzo una delibera di giunta, votata all’unanimità, che ritiene sia interesse dell’Amministrazione comunale promuovere un’azione giudiziaria per ottenere l’accertamento della non sussistenza dell’obbligo di trasferimento delle liquidità alla tesoreria statale. La giunta pertanto ha deliberato di autorizzare il Sindaco Alessio Mammi a proporre tale azione giudiziaria presso la competente autorità.