In Italia i governi che si sono succeduti negli ultimi vent’anni non hanno fatto niente per facilitare agli stranieri la possibilità di accedere alla cittadinanza e di partecipare alla vita pubblica e politica. Invece molto hanno fatto per rendere la loro vita sempre più difficile. Lo dimostra, da ultimo, il “permesso a punti”, in vigore da domani 10 marzo 2012.

Previsto dal “pacchetto sicurezza” del 2009, anche il “permesso a punti” è un’ eredità della politica xenofoba del precedente Governo di centrodestra.

Per il cittadino straniero rappresenterà un ulteriore elemento di sofferenza e comporterà un considerevole aggravio del lavoro dell’amministrazione pubblica, che peraltro dovrà essere svolto a zero costi.

Il provvedimento pretende dagli immigrati requisiti difficili da soddisfare anche per gli italiani, come ad esempio la regolarità degli affitti, e stabilisce come obbligo comportamenti naturali per chiunque, ma evidentemente, e maliziosamente, non considerati tali per gli immigrati, come mandare i figli a scuola.

Il provvedimento dovrebbe essere riconsiderato dal Governo Monti non solo per le sue caratteristiche evidentemente escludenti e per le inutili complicazioni che comporterà per l’amministrazione pubblica, ma anche per i dubbi di legittimità costituzionale che presenta sotto diversi profili.

La sua riconsiderazione, inoltre, testimonierebbe, assieme all’atteso intervento sulla sovrattassa sui permessi d soggiorno, la volontà del Governo Monti di chiudere definitivamente la stagione degli esecutivi xenofobi e di inaugurare quella dell’incontro, della regolarizzazione e dell’integrazione. In una parola della cittadinanza.

(Centro Lavoratori Stranieri/Cgil Modena)