Il Consigliere Regionale Lega Nord, Roberto Corradi, ha presentato una risoluzione con la quale si prefigge l’obiettivo di impegnare la Giunta a verificare le ragioni del notevole numero di aborti che caratterizza l’Emilia-Romagna, dove si registra 1/5 della denatalità dell’intero Paese, al fine di rivedere radicalmente le politiche a sostegno della maternità ed alle famiglie.

Per il leghista Corradi: “In Regione nel 2010 vi sono stati quasi 11.000 aborti, a fronte di 41.000 nascite (un aborto ogni 4 nati) ed al contempo si è registrata una natività negativa (rapporto nascite-decessi) di – 5.605 unità, pari al 22 % dell’intera denatalità nazionale (- 25.544). Dai dati si evince che il 62,8 % degli aborti è praticato da donne che hanno già avuto almeno un figlio ed altresì che circa la metà delle donne che ricorrono all’interruzione di gravidanza sono sposate. Le donne italiane che ricorrono all’interruzione volontaria della gravidanza sono la maggioranza (54,8 %), mentre le cittadine straniere rappresentano il 45,3 %. Con riferimento alle certificazioni per procedere all’interruzione volontaria della gravidanza è emerso che nel 61 % dei casi sono state rilasciate da Consultori familiari.

Alla luce di quanto emerso, ritengo occorra verificare ed approfondire l’attività svolta dai Consultori familiari, eventualmente intervenendo al fine di favorire l’adozione di percorsi volti a suggerire e propiziare la scelta delle donne verso l’accoglimento della futura vita”.

Se consideriamo che a fronte di un’elevata denatalità (- 5.600), si è registrato l’arrivo di oltre 45.000 stranieri, appare evidente che in assenza di nuove ed efficaci politiche a sostegno della maternità e della famiglia, gli emiliano-romagnoli appaiono avviati alla progressiva estinzione”.

Con la risoluzione Corradi ha chiesto alla Giunta di indagare le motivazioni che inducono tante donne, molte delle quali coniugate e con figli, a ricorrere all’IVG, al fine di appurare se tale decisione è condizionata da ragioni economiche riconducibili all’inadeguatezza delle attuali politiche a favore della maternità; ed in caso affermativo, il leghista ha chiesto alla Giunta di impegnarsi a rivedere, integrare e potenziare, le misure di sostegno alla maternità.