“Alla trattativa per la stipula del contratto 2012 per il per il pomodoro da industria c’è stato un approccio negativo da parte degli industriali, una discussione condotta con ‘armi spuntate”. E’ il giudizio della Cia dell’Emilia Romagna che valuta “deludente l’accordo firmato a Parma tra le industrie e le Op (Organizzazioni di produttori) ortofrutticole del Nord Italia per il pomodoro trasformato. Non solo il prezzo di riferimento (8,5 centesimi per chilo) è inferiore a quello dello scorso anno – lamenta la Cia – ma sono stati modificati i parametri merceologici e qualitativi, con forti penalizzazioni, anche per scostamenti minimi dai valori di riferimento. In questo modo è alto il rischio di prezzi effettivi al di sotto dei costi di produzione”.

“Il nostro disappunto per un risultato che –aggiunge Antonio Dosi, presidente della Cia Emilia Romagna – ha determinato quotazioni al di sotto dei costi di produzione del pomodoro riproponendo, peggiorandola, una situazione già denunciata lo scorso anno. Anche quest’anno i ritardi di efficienza di una parte dell’industria di trasformazione del pomodoro hanno condizionato la trattativa, ma non possono continuare a gravare sui bilanci dei produttori.”

La Cia rivela inoltre sempre più evidente l’errore strutturale di considerare la ‘questione pomodoro una vicenda da trattare per territori o distretti (nord Italia e sud Italia) non coordinati e coesi nella definizione di regole ed obiettivi produttivi comuni, vincolanti e verificabili. La frammentazione del settore, senza un inquadramento interprofessionale nazionale e fondato su una quantificazione certa del prodotto non giova quindi a nessuno. “E proprio in condizioni congiunturali dei consumi come quelle attuali che vengono meno – commenta Dosi – le armi negoziali che servirebbero a supportare una trattativa in grado di portare a risultati soddisfacenti per i produttori e garantire la possibilità di efficaci controlli sui dati produttivi e sull’origine della materia prima. Tutte cose che avevamo denunciato e tentato di modificare nel corso della discussione sulla Organizzazione interprofessionale dei mesi scorsi e nel primo approccio alla trattativa di alcune settimane fa (come risulta, peraltro, dal verbale del tavolo agricolo del 20 febbraio) e contrariamente a quanto sostenuto da Confagricoltura, evidentemente distratti, nei giorni scorsi.”