Un “bollino blu” per i pubblici esercizi che applicano i contratti e rispettano tutte le regole. Lo chiede la Cisl dopo la scoperta dei diciassette lavoratori in nero trovati dalla Guardia di finanza in ristoranti e locali modenesi. «Il lavoro nero nei pubblici esercizi è un film già visto, anzi un dramma – dice Pasquale Coscia, responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria provinciale della Cisl – Insieme alle dimissioni in bianco, il lavoro nero e irregolare è un cancro che va estirpato». Coscia attacca le imprese che, ricorrendo a queste forme di sfruttamento dei lavoratori, sia stranieri che italiani, competono in modo sleale con le imprese che rispettano le regole. Per il sindacalista Cisl l’unico antidoto, oltre al rafforzamento dei controlli, è costituito da sanzioni esemplari nei confronti dei recidivi e dalla chiamata in corresponsabilità di eventuali mandanti. «A questo punto un ruolo possono giocarlo anche i consumatori, cioè i clienti dei ristoranti e locali. Anche per gli esercizi pubblici – propone Coscia – si possono sviluppare percorsi per l’attribuzione di un marchio di regolarità che consenta ai cittadini-consumatori di privilegiare le imprese che applicano i contratti e rispettano le regole. Se mi viene voglia di mangiare una pizza devo poter scegliere una pizzeria i cui pizzaioli e camerieri sono assunti regolarmente. Oltre che combattere il lavoro nero, sarebbe un modo per accrescere il consumo consapevole e responsabile». Il segretario Cisl lancia l’idea alle associazioni dei commercianti, il cui contributo è fondamentale per contrastare un’illegalità che ha ormai assunto dimensioni intollerabili. Coscia chiede alle associazioni di categoria di essere inflessibili ed espellere le aziende irregolari, mentre i consulenti e professionisti devono applicare il codice etico. «Il lavoro nero si contrasta efficacemente solo facendo quadrato perché non è più un fenomeno occasionale, ma strutturale. Si va configurando come una scelta politica e di sistema compiuta consapevolmente da un numero sempre più alto di imprese. I lavoratori irregolari, italiani o stranieri che siano, sono le prime vittime del fenomeno e vanno, perciò, – conclude il responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria provinciale della Cisl – tutelati in ogni sede per aiutarli a uscire da situazioni di ricatto e sfruttamento».