Sono tanti gli imprenditori e i professionisti eccellenti presenti nel nostro territorio in grado di farsi apprezzare per le loro produzioni e le loro competenze anche all’estero, e molti di loro si ritrovano all’interno del Rotary, l’associazione che, per definizione, accoglie soltanto coloro la cui preminenza nell’attività è nota e la stima riconosciuta.

Ieri sera il Rotary, guidato dal presidente Enrico Zini, ha fatto salire in cattedra alcuni di loro per trasmettere la personale visione, dettata dall’esperienza, sui temi dell’economia e stimolare il confronto con l’assemblea dei soci. Renato Brevini, Vittorio Corradi, Claudio Ognibene, Donatella Prampolini e Stefano Ovi, sollecitati dalle domande di Marco Masini, hanno condiviso dati, opinioni e prospettive sull’andamento dell’economia nazionale e internazionale, attori di un sistema su cui operano quotidianamente, vissuto quindi da un osservatorio privilegiato: le aziende e le attività che essi conducono.

La prima analisi arriva da Renato Brevini uscito subito dai confini nazionali, in linea con la sua azienda il cui fatturato si sviluppa in prevalenza sui mercati esteri, per evidenziare la debolezza dell’Unione Europea “che non è capace di attuare politiche in grado di stare al passo con quelle degli Stati Uniti. Per recuperare competitività – suggerisce Brevini – l’Europa andrebbe ricostruita su nuove regole. Solo le aziende con una forte vocazione all’internazionalizzazione usciranno indenni da questa crisi. Quelle che non hanno sviluppato l’export sono condannate a subire questa crisi”.

La sostanziale mancanza di flessibilità e di adattabilità sono le cause individuate da Claudio Ognibene del rallentamento delle economie degli stati europei e “il tessuto imprenditoriale italiano, costituito da piccole aziende leader di nicchia, ma non di mercato, – rileva Ognibene – crea un ulteriore freno allo sviluppo e alla competitività del paese”.

La condizione del settore agroalimentare è stata illustrata da Vittorio Corradi che ha ricordato la stima prevista di 9 miliardi di persone nel mondo nel 2050. “Queste persone avranno bisogno di essere nutrite, l’agricoltura quindi non subirà flessioni. Il settore anzi è stato capace di rinnovarsi – spiega Corradi – e il lavoro, prima gestito a livello familiare, ora ha acquisito caratteristiche di forte imprenditorialità. Purtroppo ciò che ci penalizza è l’alto livello di tassazione”.

Un settore che ha risentito fortemente della crisi è quello del commercio e della grande distribuzione. In drammatico calo i consumi – che nel 2011 sono arretrati ai livelli del 1998 – e le critiche alle misure adottate dal Governo Monti non si sono fatte attendere da Donatella Prampolini che lamenta la mancanza di una vera e propria strategia per la crescita. “La mia categoria ha bisogno di strutturarsi e fare rete per affrontare con maggior massa critica il mercato e sostenere il ricambio generazionale. Le azioni adottate dal Governo Monti – spiega Prampolini – purtroppo non prevedono sostegni per il nostro settore, ma solo nuove imposizioni fiscali”.

Interessanti, infine, le esperienze internazionali di Stefano Ovi, parametri efficaci per comprendere meglio le cause che hanno determinato la crisi in cui versa l’Europa.

Il confronto si è chiuso con l’auspicio corale che il Governo Monti appronti al più presto politiche di sostegno alle imprese che favoriscano in particolare l’accesso al credito, che regolino la tempistica dei pagamenti e creino vero sviluppo attraverso una serie di riforme eque per tutti.

Ma il senso costruttivo di questo confronto rotariano è stato ben interpretato da due decani del Rotary, Romeo Galaverni e Giovanni Bertolani, i quali a conclusione di serata hanno rilevato che “in Italia c’è bisogno di ricostruire su nuove basi in tutti i campi e in tutti i settori, a partire dalle istituzioni e dalla politica, ma per arrivare a questo è necessario fare a priori un’analisi onesta e coraggiosa che individui le cause che hanno generato queste difficoltà, per superarle definitivamente”.

E rivolgendosi ai soci presenti hanno ricordato che “il Rotary ha il dovere di impegnarsi per la costruzione della nuova società che si sta creando, perché ha le capacità e le competenze per farlo. E’ giunto il momento quindi di rafforzare la nostra presenza e di lavorare con merito al fianco delle istituzioni e dei cittadini per il bene comune”.