La necessità di istituire un Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia-DIA anche in Emilia Romagna è tra i primi punti della piattaforma Cgil per la contrattazione regionale e territoriale sulla legalità economica. Siamo l’unica Regione in tutto il Centro-Nord a non avere ancora la presenza di un organismo investigativo così autorevole ed efficace nella lotta antimafia.

Urgente e necessario, perché allo stesso tempo siamo la regione, in tutto il centro nord, al secondo posto – dopo Lombardia – per numero di imprese confiscate, ed al terzo posto – dopo Lombardia e Piemonte – pari merito col Veneto, per numero di beni sequestrati e confiscati alle famiglie mafiose.

L’assenza di una struttura decentrata DIA nella nostra regione è perciò il risultato di un’evidente miopia e sottovalutazione di chi ha governato l’Italia ed il Ministero dell’Interno negli ultimi anni.

Riassumiamo fatti e dati concreti.

– Fino a sette mesi fa, l’allora ministro Maroni rispondeva alle diverse e pressanti sollecitazioni che per la DIA emiliana “non c’erano ancora risorse, uomini e mezzi”.

– Importante perciò il punto di svolta segnato dalla disponibilità dell’attuale Ministro Cancellieri che, a metà febbraio, ha assunto l’impegno esplicito per attivare in regione il servizio DIA entro l’estate.

Il meccanismo pareva avviato, poi,con le piogge di aprile, sono arrivate anche le gelate fuori stagione -già riportate da Giovanni Tizian – confermate anche dal Sindacato di polizia Silp/Cgil .

– Bene ha fatto il Comune di Bologna, col fine di eliminare almeno uno degli impedimenti, a mettere a disposizione locali adeguati per la futura DIA in via Battistelli, non lontano da porta San Felice.

Ma poi cominciano le frenate e le precisazioni di fonte ministeriale.

– Quando si farà, la DIA in Emilia Romagna non avrà il rango di Centro Operativo – come per tutti gli altri capoluogo di regione – ma sarebbe un Ufficio distaccato della sede toscana, proponendo così una duplice criticità: soluzione inadeguata per l’Emilia e pesante indebolimento dell’organico toscano, che vedrebbe distolti una decina di operatori verso le “Due Torri”.

– L’annuncio di febbraio, parola di Ministro, ipotizzava un organico di 27 unità per la DIA emiliana. Al netto del “prestito” fiorentino, resterebbero da recuperare i mancanti 17.

I sindacati di polizia, ma anche le Rappresentanze Militari degli altri corpi paventano il rischio, più che reale, di vedere così ulteriormente indeboliti i numeri delle tre forze di polizia in regione, già sotto organico per alcune centinaia di uomini.

– Si arriva così al nocciolo del problema: le risorse reali che il Governo mette a disposizione della Direzione Investigativa Antimafia a livello nazionale.

I durissimi tagli operati su tutte le forze di sicurezza non hanno risparmiato, ma anzi ancor più falcidiato bilancio e mezzi per la DIA.

Una contraddizione eclatante fra proclami ed impegni antimafia e realtà.

Dai 28 milioni di euro di alcuni anni fa, si passa ai 9 milioni del 2012. Un taglio di ben 2/3 !

Un’ulteriore drastica riduzione del trattamento economico accessorio per il personale che sarà tagliato del 64% a partire da quest’anno.

Un organico minimo/ottimale di 2.500 addetti specializzati, sulla carta, che ne vede operativo, in realtà, solo il 55%.

E’ doloroso, ma facile, per i Sindacati del settore denunciare che mancano fondi e personale per le missioni, complesse e delicate, di investigazione contro le mafie.

In pochi o nessuno ricordano la drammatica protesta silenziosa di fine ottobre scorso, davanti al Parlamento, ove i sindacati di polizia – spalleggiati dalle Rappresentanze/Co.Ce.R. dei corpi ancora a status militare – srotolarono uno striscione con su scritto ” in-DIA-gnados” !

E’ pieno di comprensibile amarezza il commento di un amico che da funzionario lavora lì, che pochi giorni fa mi dice “Questo è un Paese che se togli Buffon dalla porta della Nazionale succede il finimondo. Se dimezzi l’antimafia, chi si indigna e protesta?”

Se il Governo invertirà la tendenza degli ultimi anni e, anziché tagli, investirà risorse nella battaglia contro la malavita mafiosa, si incrementeranno le entrate allo Stato, grazie ai sequestri degli ingenti patrimoni illegali, e così anche l’apertura della DIA in Emilia-Romagna potrà diventare reale e non solo di risulta.

(Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale)