“Il primo maggio alle 9 saremo di fronte alla Pam di via Marconi, che oggi si fa pubblicità facendo lavorare gli studenti di domenica, e domani sfrutterà tutti i propri dipendenti imponendo straordinari e aperture festive pagate quattro lire”. E’ quanto annuncia il gruppo di indignati bolognesi della ‘Santa Insolvenza’.

“Invitiamo tutti a partecipare al nostro Primo maggio precario” spiegano gli ‘insolventi’, precisando che quella di domani sarà solo la “prima tappa di ciò che abbiamo voluto chiamare ‘GlobalMay’: un maggio che anche a Bologna sappia parlare il linguaggio delle lotte globali contro la precarietà, contro la macelleria sociale del governo Monti e la riforma del lavoro Fornero, per la difesa dei beni comuni, per i diritti sociali e per il reddito incondizionato”.

In questi giorni il gruppo della ‘Santa Insolvenza’ che riunisce anche alcuni centri sociali cittadini, ha già messo a segno alcuni blitz pacifici lungo tutte le vie dello shopping contro tutti negozi che assieme hanno deciso di restare aperti il Primo maggio, “festa dei lavoratori e giornata in cui – rimarcano – innazitutto non si lavora”.

Al contrario, concludono, “i lavoratori di molti negozi del centro saranno costretti a vivere il giorno di festa come tutti gli altri: ricattati e costretti al lavoro a causa della loro precarietà e del loro bisogno di reddito”.