“Siamo tutti nella stessa barca, parti dello stesso sistema”. Queste le parole che il presidente di Unindustria Bologna Alberto Vacchi mette nero su bianco in una lettera aperta diffusa alla vigilia del Primo Maggio per porgere “i migliori auguri a tutti i lavoratori del mondo industriale bolognese, alle loro rappresentanze, alle imprese piccole e grandi che Unindustria Bologna rappresenta”.

“Auguri che ci aiutino a riprendere slancio – prosegue Vacchi – che ci restituiscano la fiducia necessaria perche’ siamo preoccupati e consapevoli che il nostro Paese e il nostro Vecchio Continente stanno vivendo una crisi tra le piu’ articolate, che coinvolge dalle fondamenta la nostra societa’, il nostro modello di crescita, il nostro modo di relazionarci e di dar valore alle cose ed alle persone”.

Secondo il numero uno degli industriali bolognesi, il Primo Maggio 2012 sarà una festa ma soprattutto un’occasione di riflessione a cominciare dal ruolo della politica rispetto alla crisi. “Pensare che le democrazie, le istituzioni, riferimenti sommi nell’organizzazione sociale siano oggi fonte di debolezza per insufficienza delle politiche crea un grande sconforto” – continua Vacchi, convinto che il ragionamento dovrà “andare in profondità cercando di immedesimarsi nel pensiero di chi arriva a suicidarsi per ragioni economiche, di chi vive un’ansia logorante nella incertezza del futuro, del lavoro, del reddito”.

“Di chi si trova espulso in una eta’ avanzata per ricominciare ed in chi prende consapevolezza di non trovare la prima occupazione nonostante gli sforzi” sottolina il presidente di Unindustria, rimarcando che “i dipendenti con contratto a tempo indeterminato a dicembre 2011, in Emilia Romagna, sono risultati pari al 65,0% dell’occupazione totale: il minimo degli ultimi 10 anni”.

“E se da un lato c’è un problema di ingresso e di stabilizzazione per i più giovani, dall’altro c’è un problema di espulsione per i maturi: questa doppia piaga non si è mai manifestata contemporaneamente, ed è oggi un vero vulnus strutturale” scrive ancora Vacchi, precisando che che la festa dei lavoratori “deve essere soprattutto un’ulteriore occasione per rilanciare spazi di dialogo, che spesso ho chiamato aspro, ma costruttivo e portatore di risultati, non solo di annunci”.

“Il mondo del lavoro è una risorsa da difendere – conclude Vacchi – e le imprese sono la risorsa per organizzare e rendere appetibili su un mercato globale le nostre capacita’ di inventare, di produrre, di rendere il mondo più vivibile attraverso la nostra intelligenza”.