Sabato 5 maggio alle ore 12.00 a Cernaieto di Casina si svolgerà l’VIIIa commemorazione in memoria dei 23 Caduti, uccisi in quel luogo, a guerra finita, per mano di partigiani comunisti. La commemorazione religiosa sarà celebrata da Don Vasco Rosselli, Parroco di Pianzo. Alla cerimonia interverranno il Consigliere regionale del Pdl, Fabio Filippi, ed il Senatore del Pdl, Cristano De Eccher.

“A Cernaieto si inaugura la via della riconciliazione, in una provincia che non ha ancora trovato la pace con la propria storia.” A dichiararlo è il Consigliere Filippi.

“Sabato – aggiunge Filippi – dedicheremo un momento particolare a Paolina Viappiani, vittima innocente di una strage ingiusta, con la sola colpa di avere, per un breve periodo, frequentato un partigiano comunista e di esserne rimasta incinta. Il partigiano in questione, rifiutatosi di rispondere ai suoi doveri di padre, decise per la soluzione più ingiusta: denunciare la sua amante, indicandola come spia dei fascisti, sicuro della condanna che le sarebbe stata inflitta.

La strage di Cernaieto non deve essere dimenticata, una strage drammatica, compiuta in un luogo disabitato con l’obiettivo di cancellare ogni prova. In quella fossa comune furono gettate ventitre persone, fra le quali due donne, Paolina Viappiani e Maria Spaggiari, e quattro minorenni.

Sono passati sessantasette anni da quella tragedia. Mi appello alle istituzioni, ai reggiani in generale e soprattutto a chi ha vissuto in prima persona quel drammatico periodo e ai loro familiari. E’ giunta l’ora della riconciliazione ed è fondamentale che i morti vengano riconosciuti, da entrambe le parti. E’ importante che le istituzioni riconoscano le stragi ingiuste, come quella di Cernaieto. Negare il patrocinio non oneroso alla cerimonia (richiesta avanzata dal figlio di Paolina Viappiani), da parte della Regione Emilia Romagna e della Provincia di Reggio Emilia, non aiuta certo a creare un clima sereno.”

“Da anni – conclude il Consigliere – partecipo a cerimonie di commemorazione promosse in ricordo dei partigiani vittime della guerra, augurandomi, ogni volta, di contribuire allo stemperamento di quel clima d’odio politico che caratterizzò il dopoguerra ed alla diffusione di un sentimento di riconciliazione. In queste occasioni ho assistito a tentativi di strumentalizzare politicamente queste cerimonie, attraverso la presenza di bandiere rosse, ed il coinvolgimento di bambini chiamati, in modo spesso inopportuno, a recitare gli episodi della guerra partigiana, a scopo propagandistico. Resto convinto che la Resistenza vada letta come un fatto storico, non come un mito, con i suoi risvolti eroici, ma anche tragici.

Sabato 5 maggio, a Cernaieto, proprio nell’ottica della riappacificazione, non ci saranno bandiere di partito e gonfaloni, ma solo persone perbene che intendono ricordare, sul piano umano, le vittime di una ingiustificata strage, disponibili a superare gli steccati ideologici eretti dalla politica”.