Un curioso comunicato di Coop Estense risponde ai dati ufficiali sulle assunzioni nel commercio a Modena, dopo tre mesi di liberalizzazione orari. Dati impietosi, quelli della Provincia di Modena, che parlano di un –17% di assunzioni “tradizionali” (tempo indeterminato e determinato) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Allo stesso tempo crescono le formule “superprecarie”, come il lavoro a chiamata.

Ad un numero di ore di apertura incrementato in negozi ed ipermercati fino al 20% (col conseguente forte incremento di costi) corrisponde quindi un arretramento dell’occupazione. Si potevano ipotizzare minimi effetti positivi, ed invece i dati sono negativi.

Certo, il commercio modenese non è rappresentato dalla sola Coop Estense, ma è curioso che l’unico tentativo di negare dati ufficiali venga proprio da quell’azienda – dichiarano Filcams/Cgil Fisascat/Cisl Uiltucs/Uil Modena -.

Il comunicato di Coop Estense è curioso perché, se da una parte vanta gli straordinari maggiori risultati di vendite, dall’altro fa intendere che anche per quell’azienda il dato di occupazione alla fine di marzo non è positivo, a causa della crisi.

Crisi che, per quanto ci risulta, è iniziata ben prima del gennaio 2012; ad esempio col pesante calo dei risultati netti nel 2009.

Anche a noi risulta (dopo una accurata verifica nei negozi ed ipermercati) un lieve saldo negativo dell’occupazione in Coop Estense a Modena alla fine del mese di marzo.

Le poche assunzioni operate non hanno nemmeno coperto le dimissioni e i pensionamenti. Altra cosa sono le positive trasformazioni di personale da tempo determinato ad indeterminato che ha fatto l’azienda. Positive certamente, ma che non incidono nei dati di maggior occupazione.

Quindi oggi avremmo straordinari risultati di vendite con minori occupati: sarebbe un dato incredibile, che meriterebbe di essere studiato nelle Università italiane e straniere, se fosse autentico.

In realtà quello che sta accadendo è che sconti e promozioni sono spostati sulla giornata della domenica, inducendo i consumatori a fare la spesa in quella giornata anziché il sabato e lunedì.

Non a caso è capitato che la maggior parte del venduto, in un ipermercato di domenica, fosse proprio su prodotti in sconto. Maggiori sconti inevitabilmente recuperati nel corso della settimana, con un effetto perverso e dannoso per i consumatori.

Proponiamo a Coop Estense di fermarsi a riflettere, magari attuando strategie di moderazione già nella vicina estate, periodo che solitamente non richiama frotte di consumatori a fare la spesa di domenica.

Oppure no, e dovremo attendere che bilanci impietosi dimostrino l’errore commesso.

Ma a quel punto temiamo però che a pagare quell’errore non saranno i dirigenti Coop, ma soltanto dipendenti e soci.

(Filcams/Cgil Fisascat/Cisl Uiltucs/Uil Modena)