Si chiama archeosismologia ed è il neologismo, certamente non bello, con cui si definisce l’attività scientifica che lega la letteratura archeologica sui terremoti alla sismologia. Settore d’indagine relativamente recente, si basa su un modello concettuale elementare: per conoscere l’attività sismica di un’area occorre allargare la finestra temporale delle osservazioni che attestano il verificarsi di terremoti. E l’archeologia, con le sue testimonianze materiali di crolli e distruzioni rimaste a lungo imprigionate nella terra, è la disciplina che più può aiutare a migliorare le conoscenze sull’attività sismica in corso.

Nella sua Storia naturale (II, 199), Plinio il Vecchio accenna a un terremoto avvenuto nel 91 a.C., verosimilmente legato a Montegibbio. Secoli dopo, a partire dal 1594 con il cronista sassolese Antonio Vivi fino al 1835 con Giovanni De’ Brignoli di Brunnhoff, altri storici narrano episodi simili avvenuti nel territorio di Montegibbio, in cui esplosioni di salse sono connesse a scosse telluriche.

Queste notizie storiche hanno dato alle indagini archeologiche iniziate nel 2006 nel sito “il Poggio” di Montegibbio una nuova valenza: questo scavo, con tutte le sue particolarissime evidenze, rappresenta un caso-studio di archeosismologia? Probabilmente sì. La sequenza sismica che oggi affligge la pianura modenese indica quanto seria sia la problematica causata da un terremoto e fa riflettere su quanto importante e delicato sia il riconoscimento di eventi sismici antichi, per i quali, peraltro, le metodiche specifiche dell’archeosismologia impongono grandi cautele, al fine di evitare ricostruzioni fantasiose. Archeologi e geologi stanno cercando la risposta nel cuore di un versante collinare che cela molte deformazioni di differente età ed entità. Di anno in anno il cantiere manifesta sempre più una complessità che necessità di analisi estremamente attente e multidisciplinari, la cui tempistica è sempre e comunque doverosamente imposta in primis dai ritmi e dalle finalità, di studio e conservazione, dello scavo archeologico.

Le visite guidate allo scavo archeologico di età romana di Montegibbio erano state organizzate prima che il terremoto colpisse così duramente il modenese. I promotori dell’iniziativa e gli archeologi hanno comunque voluto confermare le visite guidate, ritenendo che il sito, per la sua particolarità, possa rappresentare uno stimolo di riflessione anche per i non addetti ai lavori.

Così domenica 10 e 24 giugno, e domenica 1, 15 e 22 luglio, alle ore 10:00, 17:00 e 18:00, si terranno le visite guidate a cura degli archeologi che hanno condotto gli scavi (costo € 3 a persona, gratuito fino a 12 anni)

Partendo dal parcheggio del Castello di Montegibbio e camminando per circa 5 minuti lungo un piacevole sentiero nel bosco che conduce al Poggio, si giunge allo scavo archeologico. Qui gli archeologi operanti sul campo illustrano gli sviluppi degli ultimi scavi, soffermandosi sulla straordinaria importanza dei ritrovamenti di epoca romana che hanno fatto di questo sito uno dei più significativi, non solo a livello locale. Dopo le prime importanti scoperte di belle pavimentazioni, il lavoro condotto da archeologi e geologi durante le numerose campagne di scavo ha messo in luce i resti di un edificio riferibile al tardo periodo repubblicano, probabilmente destinato al culto di Minerva. Gli archeologi hanno scoperto numerosi blocchi di grandi dimensioni in pietra arenaria, squadrati e bugnati, sparsi al suolo forse in seguito a un evento sismico avvenuto nella zona delle colline di Sassuolo. La struttura in blocchi risulta in parte illeggibile a causa della successiva costruzione di un pozzo: fu proprio durante la costruzione di questo pozzo, datato ad epoca tardo antica, che la struttura in blocchi fu in parte asportata per consentire il raggiungimento di una vena d’acqua sorgiva, la cui presenza rappresenta un legame con il culto di Minerva, ricordata in un’iscrizione votiva recuperata nel 2009 a Montegibbio. Minerva infatti è una divinità connessa alle acque, e in particolare al loro valore salvifico e curativo.

Durante le campagne del 2011 e 2012, gli archeologi hanno studiato la pianta e la funzione della struttura architettonica in blocchi solo in parte messa in luce nel 2010, cercando di approfondire, con l’aiuto di geologi, i reali motivi che furono causa di questa vasta distruzione del sito.

Le visite guidate non richiedono prenotazione (che è comunque gradita telefonando all’URP del Comune di Sassuolo tel. 0536 1844801).

Nei pomeriggi di domenica 10 giugno e 15 luglio, al termine della visita allo scavo, degustazione di hamburger di carne bovina biologica a cura dell’Azienda Lei di Montebaranzone. Nelle stesse giornate Alessandra Bosi esporrà al pubblico i risultati della sua ricerca sulla fauna di Montegibbio.

Nei pomeriggi di domenica 24 giugno, 1 luglio e 22 luglio, al termine della visita allo scavo, è allestito uno stand gastronomico con prodotti tipici, a cura del Circolo Boschetti Alberti.

La partecipazione alle visite guidate costa € 3,00 (gratis sotto i 12 anni), fino ad esaurimento dei posti disponibili. Il ricavato delle visite e degli stand gastronomici sarà destinato a finanziare le attività di scavo; in caso di pioggia le visite sono annullate.