“Se i livelli di improvvisazione e gli errori sia sul piano tecnico, gestionale e politico che hanno portato alla nascita frettolosa di Seta e che oggi ne stanno determinando la sua fine, avessero fatto parte di un’azienda privata i vertici sarebbero stati già licenziati per giusta causa.

Invece, come al solito, non succede niente e a pagare i danni non sono i responsabili pubblici bensì i cittadini utenti che ancora una volta dovranno coprire, con maggiori costi, il prezzo di una gestione che dopo pochi mesi si è dimostrata fallimentare.

Modena rischia di pagare doppiamente caro il suo frettoloso ingresso in Seta. Improvvisazione, mancata trasparenza sui conti, sul budget, sul piano industriale, mancanza di una programmazione e di un piano di rilancio credibile. Queste erano le condizioni alla nascita di Seta. Il fallimento era già scritto. Una scatola chiusa e vuota non poteva funzionare e così è stato. Non a caso i soci privati hanno deciso di abbandonare la società. Un fatto gravissimo e dalle pesanti conseguenze sia sul piano politico che amministrativo e del quale i vertici Seta e gli amministratori locali che hanno detto sì alla cieca devono assumersi la responsabilità”.

(Dott. Andrea Leoni, Consigliere regionale dell’Emilia Romagna)