Dall’ultima assemblea sulle costruzioni delle vie Canizzaro ed Aristotele si conferma che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. I residenti in comuni che si servono dell’acqua del bacino acquifero modenese, gli abitanti del Villaggio Giardino, illustri esperti, docenti universitari, tutti i partiti politici tranne il PD ripetono la stessa cosa: non è il caso di costruire in quella zona. Non è nemmeno più una questione politica, ma una scelta di buon senso.

Eppure gli assessori Giacobazzi ed Arletti, presenti come relatori all’assemblea, non hanno capito. L’assessore Giacobazzi si differenzia sicuramente da Sitta, suo predecessore all’Urbanistica, per l’apertura al confronto, per l’eloquio preciso e raffinato, per la signorilità nei rapporti con gli interlocutori. Ascolta tutti ma poi fa quel che più gli aggrada. Sembra più disponibile verso le pressioni degli imprenditori che chiedono di costruire, come ammesso in quella serata, che verso quelle dei cittadini. Giacobazzi aveva dato qualche speranza; nella sua presentazione del nuovo PSC si coglievano segnali di cambiamento e di apertura. Auguriamoci che la sua volontà di costruire in prossimità dei pozzi rimanga un episodio a se stante, anche se altre sue dichiarazioni fanno temere una discordanza fra gli annunci e i fatti che seguiranno.

L’assessore Arletti è caduta in contraddizione asserendo dapprima che l’acqua fornita è di buona qualità e largamente sufficiente, per sostenere poco la necessità di valutare un progetto per potabilizzare l’acqua del Secchia. Se l’acqua è sufficiente perché impegolarsi in un progetto costoso e non semplice come quello dell’acqua del Secchia? E’ apparsa carente anche sulla preparazione scientifica quando, nel corso dell’assemblea, fa improbabili accostamenti fra la potabilizzazione dell’acqua ed un conseguente risparmio energetico. L’assessore all’Ambiente dovrebbe essere il primo a sostenere la cura e la salvaguardia dell’importante bacino acquifero modenese; ci sono studi, ad esempio la relazione tecnica esposta dal prof. Zavatti, che spiegano: come ridurre la presenza di nitrati e di altri inquinanti, come impedire l’abbassamento delle falde, come tutelare la qualità dell’acqua.

E’ questa la strada da seguire: basta con i sogni di grandezza e di originalità che hanno caratterizzato le scelte urbanistiche di questi ultimi anni. Non vogliamo il ripetersi di progetti come quello del recupero della zona ex AMCM, che di fatto ha creato una zona degradata da una decina di anni, o come quello del Novi Park che creato un debito da ripagare in 40 anni senza adeguati benefici.

L’Italia dei Valori è una flebile voce del coro che sta gridando “non si costruisca in Via Canizzaro e in Via Aristotele”!

(Prof. Dorati Giuseppe, Coordinatore Cittadino IDV Modena)