È un quadro “veramente molto preoccupante, con pesantissime ricadute sul complessivo sistema delle autonomie locali”: è quello con il quale si dovuta confrontare la Giunta nell’affrontare il bilancio di previsione della Regione per il 2013. A parlarne, in commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, è la vicepresidente Simonetta Saliera, intervenuta per illustrare il bilancio di previsione 2013 e pluriennale 2013-15 della Regione Emilia-Romagna, per i quali è iniziato l’iter assembleare con la nomina di Luciano Vecchi e Marco Lombardi a relatori, rispettivamente, di maggioranza e minoranza.

Per effetto dei tagli prodotti dal “decreto sulla ‘spending review’”, la Regione Emilia-Romagna potrà contare su una capacità di spesa inferiore di 110 milioni rispetto all’anno precedente, cui si andranno a sommare ulteriori mancate entrate pari a 260 milioni dal Fondo sanitario nazionale. Una situazione cui il bilancio regionale farà in parte fronte con economie prodotte dalle stesse misure introdotte con la spending review e in parte con risorse proprie derivanti dalla razionalizzazione della spesa per un totale di 84 milioni di risparmi. Solo per quello che concerne il costo di funzionamento della macchina regionale, si prevede una riduzione media del 4,5% rispetto al 2012, con un risparmio complessivo di oltre 14 milioni di euro (tra i quali 3 milioni in meno per l’Assemblea legislativa e un milione per la presidenza e gli altri organi di Giunta) e sull’organizzazione complessiva, ad esempio con il blocco del turn-over, ecc.

Pur mantenendo invariata la leva fiscale, “per non gravare ulteriormente su cittadini e imprese”, Saliera ha riferito che il bilancio regionale 2013 “proverà a garantire risorse regionali” pari a 220 milioni di euro per la sanità (150 milioni , come l’anno scorso, per l’innalzamento dei Livelli essenziali di assistenza e 70 milioni per la non autosufficienza). Sempre parlando di risorse proprie regionali, sono poi previsti stanziamenti per garantire i servizi nel campo del sociale, delle attività produttive, dei trasporti e della formazione e lavoro, tutti settori giudicati strategici per “aprire varchi verso la crescita”. Sono dunque previsti: 338 milioni per la mobilità, 37 milioni per il sociale, 30 milioni per il sostegno alle attività produttive, 24 milioni per l’agricoltura, 27 milioni per turismo e commercio, 14 milioni per ambiente e riqualificazione urbana. Per quanto riguarda gli investimenti, il bilancio 2013 conferma quelli già proposti e non inserisce nuove risorse al di là della programmazione prevista.

Tra gli altri aspetti rilevanti, la vicepresidente ha evidenziato la progressiva riduzione dello stock di debito a carico della Regione, che diminuisce nel 2013 di ulteriori 60,64 milioni rispetto all’anno precedente. L’Emilia-Romagna continuerà ad essere la Regione a statuto ordinario con il più basso indebitamento procapite e il più basso indebitamento rispetto al Pil nazionale. La spesa regionale procapite risulterà pari a 2.939,39 euro a cittadino.

Il Bilancio regionale in cifre

Le entrate e le spese effettive ammontano a 13.109,73 milioni di euro, escluse le contabilità speciali – partite di giro, che rappresentano appunto mere poste contabili.

Le spese correnti operative previste per l’esercizio finanziario 2013 ammontano a 10.098,67 milioni di euro. La voce di maggiore entità rimane di gran lunga quella per la Tutela della salute e solidarietà sociale, ed è pari a 8.893,98 milioni di euro suddivisi tra politiche sanitarie, per 8.859,20 milioni, e interventi di solidarietà sociale (34,77 milioni). Per ciò che concerne le altre aree di intervento, vengono indicati 69,56 milioni di euro per lo sviluppo economico (di cui: 9,84 milioni all’agricoltura, 37,53 milioni a industria-cooperazione-artigianato e problemi del lavoro, 22,19 milioni a turismo e commercio); 515,96 milioni per il settore uso, salvaguardia e sviluppo del territorio (9,15 milioni dei quali per urbanistica e politiche per la casa, 31,28 milioni per la tutela e valorizzazione dell’ambiente, 464,99 milioni per trasporti e mobilità, 10,55 milioni per Protezione civile e interventi di emergenza). Ci sono poi 364,75 milioni per istruzione, attività formative, culturali, sportive e ricreative (di cui: 343,99 milioni per istruzione, formazione alle professioni e sostegno dell’occupazione; 20,76 milioni per attività culturali, promozione dello sport e delle attività ricreative), 31,53 milioni di euro per affari generali e 213,89 milioni per oneri generali non attribuibili.

Per quanto riguarda le spese di investimento per il triennio 2013-2015, ammontano a 2.044,87 milioni di euro (di cui 176,32 su 2014 e 2015) e sono suddivise in diverse aree di intervento a partire dalla salvaguardia e dallo sviluppo del territorio dove sono previsti 872,30 milioni (di cui 164,42 su 2014 e 2015) ripartiti tra urbanistica e politiche per la casa (273,66 milioni), tutela e valorizzazione dell’ambiente (123,71 milioni), trasporti e mobilità (439,94 milioni, di cui 164,42 su 2014 e 2015) e protezione civile e interventi di emergenza (34,99 milioni). Per lo sviluppo economico sono previsti 298,42 milioni di euro (di cui 0,50 su 2014 e 2015) divisi tra 42,40 milioni per l’agricoltura, 236,83 milioni per industria-cooperazione-artigianato e problemi del lavoro, 19,18 milioni (di cui 0,5 su 2014 e 2015) per Turismo e commercio. Alla tutela della salute e della solidarietà sociale vanno 171,63 milioni di euro, di cui 145,75 milioni per politiche sanitarie; 25,88 milioni per interventi di solidarietà sociale. Per istruzione, attività formative, culturali, sportive e ricreative sono previsti 24,40 milioni di euro (4,18 milioni di euro per istruzione, formazione alle professioni e sostegno dell’occupazione, altri 20,22 milioni per attività culturali, promozione dello sport e delle attività ricreative). Per gli affari generali ci sono 67,31 milioni di euro (di cui 9,71 su 2014 e 2015) e per oneri generali non attribuibili 610,82 milioni di euro (di cui 1,69 su 2014 e 2015).