“La situazione della sanità nella bassa è grave.” È questa la denuncia del consigliere PDL Antonio Platis confortato, un po’ a sorpresa, anche dal PD che, nel consiglio dell’Unione tenutosi ieri sera con i vertici dell’Ausl, si è allineato alle posizioni che il centro-destra denuncia da giugno. Finale Emilia è in alto mare: si continua, in pratica, a parlare solo di casa della salute ed il futuro del presidio è più incerto che mai.

A Mirandola, si stanno lentamente riaprendo i locali ma lo svilimento dei servizi è evidente.

I reparti, o meglio gli ex reparti, di Cardiologia e Pneumologia sono stati ridimensionati e bistrattati al punto che tanti professionisti, che negli anni avevano portato all’eccellenza queste due specialità, sono con le valige in mano. Pediatria è stata degradata a servizio ambulatoriale mentre chirurgia e ortopedia sono fuse in un’area unica; anche il futuro di ginecologia è incerto.

La filosofia dell’Ausl – spiega Platis – è chiara: visto che il sisma ha azzerato tutto, invece di ripristinare i servizi pre-terremoto attiviamo i servizi (fortemente depotenziati) previsti dal PAL.

Così facendo, mentre la sanità nella provincia impiegherà forse 10 anni per livellarsi a quel progetto, noi, di punto in bianco, ci troviamo con l’ospedale di Mirandola che diventa mera succursale di Carpi con tanta lungodegenza e una chirurgia minima e Finale che passa da presidio sanitario a casa della salute, ovvero ambulatori. Tutto questo – tuona Platis – è inaccettabile.

A ciò si aggiunge un enorme buco di bilancio di 14milioni di euro causati dalla scellerata idea di Errani di concedere i ticket gratuiti anche ai cittadini di comuni che non avevano assolutamente subito danni e dalla fuga verso il mantovano dei pazienti della bassa.

Pensate – denuncia il consigliere PDL – che solo lo scorso anno, in tempo di ‘pace’, il distretto di Mirandola e Carpi ha dovuto spendere per la mobilità passiva: 1,6 milioni per Ginecologia, 2,1 per Riabilitazioni, 4,3 per Ortopedia, 2,6 per Chirurgia e quasi 1milione per Medicina Generale. In pratica i mirandolesi spendo 11milioni di euro per farsi curare altrove.

Se il nostro Santa Maria Bianca fosse considerato di più, l’Ausl spenderebbe molto meno ed i cittadini sarebbero più contenti. Ora, più che mai, – incalza Platis – serve ‘buonsenso’.

(Antonio Platis, capogruppo Pdl Mirandola)