monte_paschi_sienaDavanti a tutte le filiali reggiane del Monte di Paschi, in questi giorni, si osservano lunghe file di clienti, dopo la grande paura scaturita a seguito dello scandalo di cui tutti parlano.

Di fronte alla vergogna di Mps, rimpiangiamo la vecchia Cooperbanca, una Banca tradizionale nata per spirito cooperativo; il “Banchino,” così lo chiamavano per distinguerlo dalla gloriosa Cassa di Risparmio che pure ha fatto una fine ingloriosa; in questa banca i reggiani hanno sempre creduto e depositato con fiducia i loro risparmi. Fiducia che nonostante le rassicurazioni del presidente Napolitano è venuta a mancare; anziché chiedere di far luce sullo scandalo, il Presidente incomprensibilmente ha invitato al rispetto della privacy.

Dopo la fusione con la BAM, la Banca Agricola Mantovana: fusione che ha portato a Mantova il centro di controllo dell’attività bancaria, vi è stato poi l’assorbimento da parte della Banca Mps: unione che, alla luce dei recenti fatti, ci fa rimpiangere il vecchio “Banchino” e la mitica Cassa.

Intanto i titoli sui giornali fanno aumentare ogni giorno le preoccupazioni dei clienti, ma anche dei dipendenti Mps: “C’era la banda del 5 per cento” hanno titolato i giornali, mentre i Magistrati che indagano hanno parlato di “situazione esplosiva”. Ora, l’accusa verso gli ex dirigenti della Mps sembra diventata quella di “associazione a delinquere”.

La Banca d’Italia dovrà spiegare perché, nonostante il primo rapporto della Guardia di Finanza sui comportamenti finanziariamente sospetti di Mps risalgano al 2010, per ben tre anni, non abbia inviato i propri ispettori in loco e non abbia eseguito i controlli necessari per ovviare a quelle azioni di dubbia legittimità sulle quali oggi sta indagando la Magistratura.

I cittadini chiedono che siano salvaguardati i loro interessi di risparmiatori che hanno avuto fiducia prima nel “Banchino”, poi nella BAM ed ora molto meno in MPS, ma soprattutto che i responsabili di questi scandali siano perseguiti e puniti severamente.

Lo scandalo Mps assomiglia a quello della Banca Romana del 1893: scandalo che si concluse con la liquidazione della banca, con grave danno per i clienti, e con le dimissioni dell’allora Governo Giolitti. Lo scandalo coinvolse alcuni settori della Sinistra storica accusati di collusione negli affari illeciti della Banca Romana. Anche quella crisi si determinò in un contesto di pesante recessione e di forte esposizione della banca.

Allora la Banca Romana, per coprire le proprie perdite, emise nuova moneta senza autorizzazione, arrivando addirittura a stampare due serie di biglietti con lo stesso numero di serie, in modo da raddoppiare, senza darlo a vedere, l’emissione di moneta in circolazione.

Il contesto finanziario dello scandalo Mps è diverso rispetto ad allora ma, come allora, siamo di fronte ad una corruzione politico-finanziaria grave, legata all’acquisizione di banche ed alla trattazione di titoli spazzatura.

Dopo il crollo della Banca Romana seguì un processo nel quale vennero assolti tutti i politici della Sinistra storica coinvolti nello scandalo. Ci auguriamo che la storia non si ripeta, anche se temiamo di sì.

(Fabio Filippi)