Il terremoto le ha costrette a riprogrammare completamente l’attività da un giorno all’altro: sono le cinque imprese femminili a cui il Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Bologna ha voluto devolvere interamente il proprio budget: diecimila euro che sono stati suddivisi in cinque Premi da 2.000 euro ciascuno.

Le imprese a cui è stato conferito il Premio “Donne e terre in movimento” sono state selezionate attraverso un bando al quale potevano accedere tutte le aziende gestite da donne che operano nei Comuni bolognesi colpiti dal terremoto.

<Abbiamo raccolto la sollecitazione del Comitato per l’imprenditoria femminile di valorizzare e andare incontro alla capacità delle imprese che hanno saputo reagire alla calamità, trovando una soluzione per andare avanti, salvaguardando i posti di lavoro>, ha spiegato Bruno Filetti, presidente della Camera di commercio.

<Nel 2012 la nostra provincia è stata colpita dal grave sisma e con essa le nostre imprese mettendo a dura prova le loro attività>, ha ricordato Benedetta Rasponi, presidente del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Bologna, che raggruppa le referenti per l’imprenditoria femminile delle organizzazioni imprenditoriali bolognesi. <Il Comitato ha pensato di dar il via a questo Premio per cercare di dare un piccolo segnale alle nostre imprenditrici. Abbiamo voluto premiare la loro voglia di ripartire, il desiderio di salvare l’attività, il saper fare, la capacità di mettere in campo varie soluzioni alternative per credere nella possibilità di farcela>.

Queste le attività selezionate che, assieme al premio in denaro, hanno ricevuto anche un diploma di riconoscimento:

· “DOPPIO TAGLIO” di BOMPANI GERMANA: a Crevalcore ha permesso all’amica/collega parrucchiera, il cui locale è stato reso inagibile dal terremoto, di continuare l’attività presso di lei con un contratto di comodato gratuito. Così è riuscita anche a recuperare in parte il rilevante calo di fatturato e a condividere le spese di gestione.

· “ALBISTILE” di TESTONI ALBONEA: il suo problema non è stato tanto l’agibilità dei locali, quanto il considerevole calo dei consumi. Per continuare ad attirare la clientela del suo negozio di biancheria intima e abbigliamento di San Pietro in Casale, ha iniziato impreziosendo le vetrine con pregiate ceramiche artistiche, quindi ha portato la sua collezione nelle fiere dell’Appennino e ha anche allestito una mostra fotografica all’interno del punto vendita;

· “BEAUTY CENTER” di PAPPI ANTONELLA, a Crevalcore ha condiviso il trauma delle sue clienti e loro difficoltà ad entrare in ambienti chiusi: ha fatto posizionare nel giardino condominiale un piccolo container da adibire a cabina per le attività estetiche. L’ha reso il più accogliente e confortevole possibile per continuare ad offrire alla sua clientela i servizi abituali, valorizzando – nonostante la precarietà della situazione – l’aspetto rilassante dei trattamenti estetici. E’ riuscita così anche a potenziare l’organico del centro estetico.

· “CAMPI D’ARTE”, COOPERATIVA SOCIALE: il sisma del 20 maggio ha reso completamente inagibile la sede della cooperativa di San Pietro in Casale. I locali ospitavano il Laboratorio Manodopera, dove persone prevalentemente disabili producevano articoli artigianali. La cooperativa non si è persa d’animo e, dopo un confronto con le istituzioni, i servizi e le famiglie per cercare insieme una soluzione, ha messo in campo una raccolta fondi finalizzata alla costruzione di una nuova sede, senza barriere architettoniche, in grado di rispondere in maniera ottimale ai bisogni delle persone che vi lavorano: il progetto è già stato avviato.

· “G.FANIN” SOCIETA’ COOPERATIVA SOCIALE: a San Giovanni in Persiceto la cooperativa gestisce un asilo nido (Micronido), una comunità per mamme e bambini, un laboratorio lavorativo per disabili, un punto di incontro per anziani, oltre a tante altre attività sociali. Il terremoto ha provocato danni ingenti ai locali usati nelle attività ed era elevatissimo il rischio di chiusura di un servizio fondamentale per le famiglie del territorio. La cooperativa ha provveduto direttamente al ripristino dei locali danneggiati ed al loro consolidamento strutturale, garantendo così la regolare ripresa delle attività del Micronido già a settembre. La cooperativa, inoltre, si è preoccupata di stabilizzare a tempo  indeterminato numerosi contratti a termine e a progetto.