Stefano-Vaccari-4Il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari, insieme alle colleghe Bertuzzi e Pignedoli, ha firmato un’interpellanza al ministro Balduzzi in cui si chiede che la legge renda più concessivo l’accesso alle cosiddette “cure compassionevoli”. Il giudice di Livorno ha accolto le richieste dei genitori della piccola Sofia, ma la normativa deve tutelare anche tutti coloro i cui casi non assurgono all’attenzione delle cronache nazionali.

Il ministro della Salute Renato Balduzzi ha varato nuove regole sulle cosiddette ‘cure compassionevoli’: terapie sperimentali in fase avanzata, ma non ancora validate e neanche approvate dalle autorità regolatrici, prescrivibili comunque per legge, in particolari casi specifici valutati singolarmente. Le nuove disposizioni sono contenute in un decreto ministeriale che riguarda tutto il settore delle “cure compassionevoli” e che corregge in parte il precedente decreto ministeriale in materia con una formulazione ancor più restrittiva. Per questo il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari, insieme alle colleghe senatrici emiliane Bertuzzi e Pignedoli, ha firmato un’interpellanza al ministro Balduzzi riguardante l’accesso alla somministrazione delle staminali. “L’auspicio e l’intento dell’interpellanza – spiega il senatore Vaccari – è che il decreto ancora in fase istruttoria e di cui si parla da qualche tempo, modifichi la legge rendendo più concessivo l’accesso alle “cure compassionevoli” e quindi ampliando le possibilità dei cittadini di vedere riconosciuto un loro diritto di cura”. La possibilità concreta che tali cure possano essere riconosciute l’ha data il giudice di Livorno Francesca Sbrana che ha accolto il ricorso d’urgenza presentato dalla famiglia della piccola Sofia. Tale accoglimento consentirà alla bambina, affetta da una rara malattia neurodegenerativa, la “Leucodistrofia Metacromatica”, di completare le terapie a base di cellule staminali. “E’ importante – conclude il senatore Vaccari – che Sofia non rimanga un caso singolo e specifico ma che anche altri bambini possano usufruire della stessa cura”.