KyengeIl caso degli insulti razzisti alla neo-ministra Cécile Kyenge arriva, da Modena, fino al Parlamento Europeo. Il capogruppo Pd in Consiglio comunale Paolo Trande ha informato dell’accaduto il presidente dell’Alleanza dei Progressisti dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento europeo, Hannes Swoboda e domani, insieme al consigliere Ricci di Sel, presenterà una mozione urgente che il Consiglio comunale con richiesta di discussione urgente nella seduta di lunedì prossimo, testo nel quale si chiede non solo l’intervento dello Stato italiano, nelle sue diverse articolazioni, ma anche quello del Parlamento Europeo nella figura del presidente Martin Schultz.

Il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari ha deciso di sollevare, in Aula, al Senato, la questione degli insulti razzisti nei confronti della ministra dell’Integrazione Cécile Kyenge. Lo farà lunedì prossimo, alla fine della seduta convocata per la discussione del Def. Sarà quella l’occasione per chiedere un intervento pubblico del presidente Grasso, ma anche per domandare direttamente ai senatori leghisti presenti se condividono quanto affermato da Borghezio e Zaia.

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Intervenga lo Stato italiano, in tutte le sue articolazioni (Magistratura, Ministero dell’Interno, Forze di Polizia), ma anche il Parlamento europeo nella figura del suo presidente Martin Schultz: ha toni duri la mozione urgente che il capogruppo Pd in Consiglio comunale a Modena Paolo Trande, insieme al collega di Sel Federico Ricci, presenterà domani in modo che il civico consesso possa discutere del caso degli insulti razzisti rivolti alla neo-ministra modenese dell’Integrazione Cécile Kyenge già nella seduta di lunedì prossimo. Cécile Kyenge è stata ignobilmente attaccata non solo dall’europarlamentare Borghezio, ma anche da quella galassia di siti Internet che hanno come sostrato culturale l’ideologia nazi-fascista. Quindi – scrivono Trande e Ricci – non solo solidarietà e vicinanza alla ministra, ma anche un caldo invito alle istituzioni ad intervenire perché, da una parte, quanto accaduto configura il reato di “incitamento all’odio razziale”, ma anche perché, dall’altra, il Parlamento europeo non può rimanere indifferente alle parole offensive di uno dei suoi membri, l’europarlamentare della Lega Nord Borghezio. Borghezio – dicono Trande e Ricci – ha palesemente violato la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e i principi su cui si basa il Trattato dell’Unione Europea. Nella mozione, quindi, si chiede che magistratura e forze di polizia “indaghino con rapidità e senza indugio alcuno, alla ricerca dei responsabili di tanta ignobile bassa violenza verbale e morale che configura il reato penale di “incitamento all’odio razziale”, che tutte le forze politiche locali dichiarino in maniera chiara e netta la condanna dell’intollerabile attacco razzista e misogino e che il Parlamento Europeo, nella figura del presidente Martin Schultz, in caso di mancate dimissioni del deputato Borghezio, assuma ogni misura sanzionatoria/disciplinare prevista dal regolamento del Parlamento Europeo”.

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Anche il Senato sarà investito della vicenda degli insulti di stampo razzista che, da più parti, in questi giorni, stanno giungendo contro la neo-ministra dell’Integrazione, la modenese Cécile Kyenge. Lunedì 6 maggio, infatti, al termine della seduta convocata per la discussione del Def, Documento economico-finanziario, il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari annuncia che interverrà in Aula: “Chiederò la parola – spiega Vaccari – per stigmatizzare e condannare le frasi offensive profferite, con sconcertante cadenza, in questi giorni, prima dall’europarlamentare della Lega Nord Borghezio e poi dal presidente della Regione Veneto, anch’egli esponente della Lega Nord, Zaia, nonché, in Rete, da esponenti di gruppi neofascisti. Chiederò, inoltre, – conclude Vaccari – al presidente Grasso una presa di posizione pubblica di condanna analoga a quella esplicitata dalla presidente della Camera Boldrini. Infine, non mancherò di domandare direttamente ai senatori della Lega presenti in Aula quale sia la posizione ufficiale del partito, visto quanto affermato da due importanti esponenti come Borghezio e Zaia”.