generi-alimentariCrisi economica e aumento della disoccupazione; decenni di aperture di grandi superfici di vendita che hanno segnato cambiamenti epocali degli stili di consumo; nuove povertà e profonde mutazioni del nostro tessuto sociale; incremento della pressione fiscale e della burocrazia; sisma del maggio scorso e le sue conseguenze. Un mix micidiale che sta provocando un’ecatombe tra le piccole e piccolissime realtà imprenditoriali del commercio e dei pubblici esercizi. “Settori, nei quali anche sul territorio modenese, la situazione si fa sempre più critica”. A rilevarlo è Confesercenti Modena che cita l’analisi di Confesercenti Italia su dati Unioncamere. “Negative oltretutto anche le previsioni per la fine del 2013 – non manca di evidenziare l’Associazione modenese – In assenza di inversioni di rotta si stima sul nostro territorio, un saldo negativo di diverse centinaia di imprese. Il rischio che si delinea è quello della desertificazione commerciale di intere zone nel capoluogo come nei comuni della provincia”.

Commercio al dettaglio alimentare ed extralimentare: la situazione più critica

Rispetto alla media nazionale di un’apertura ogni tre cessazioni, in provincia di Modena il rapporto peggiora: di fronte ad ogni nuovo esercizio aperto nei settori alimentare ed extralimentare, sono quattro quelli che cessano al propria attività. In particolare: dopo la chiusura nel 2012 con un passivo di -277 imprese, nei mesi compresi tra l’1 gennaio e il 30 aprile 2013, si sono registrati 54 nuovi esercizi, mentre 200 risultano quelli che, nello stesso periodo hanno cessato l’attività, con un saldo di -146 esercizi pari al -2,56%. Il dato peggiore in Emilia Romagna dove la media è del -2.18% e, fermamente negativo se raffrontato ad altre regioni – in cui la grande distribuzione è ampiamente presente – quali la Lombardia che registra un -1,75% di esercizi commerciali nei primi 4 mesi dell’anno, e il Veneto con un -1,92%. Decisamente critico l’andamento invece nei comparti tessile, abbigliamento e calzature: 65 le cessazioni rilevate nei primi quattro mesi dell’anno rispetto a, solamente, 14 nuove attività aperte.

Bar e Ristoranti: cessazioni in aumento e previsioni negative

Che i settori fossero in sofferenza era già emerso nel corso del 2012, quando il saldo nati/mortalità era stato di -130 imprese. Non sotto auspici positivi si è quindi aperto il 2013. Dopo i primi quattro mesi le cessazioni di attività sono state ben 135 a fronte di 56 nuove iscrizioni con un saldo negativo di 79 imprese. Se guardiamo alla sola città di Modena risulta che tra i pubblici esercizi, le attività cessate sono 45 contro ‘solo’ 22 nuove aperture. A livello provinciale il settore che soffre maggiormente è quello della ristorazione, i locali che hanno smesso l’attività al 30 aprile 2013 in provincia sono in tutto 79, mentre 27 quelli di nuova apertura con un saldo di -52 imprese pari al 2,40%: anche in questo caso il dato è quello maggiormente negativo di tutta la regione. E difficile risulta la situazione anche nel settore dei bar: 56 quelli che hanno cessato definitivamente l’attività contro i 29 aperti, nel primo quadrimestre dell’anno. Per nulla positive infine le stime avanzate per questi settori per i quali, se confermate, si prevede la cessazione, andare al 31 dicembre 2013, di oltre 230 imprese.

 

“Un trend assolutamente negativo, quello che emerge dall’indagine di Confesercenti oltre che in pericolosa accelerazione. La crisi, la pressione fiscale che continua ad inasprirsi, la crescente perdita del potere di acquisto delle famiglie, e non da ultimo la burocrazia, stanno decimando le piccole imprese del commercio e i pubblici esercizi. C’è l’assoluta necessità di misure urgenti per favorire la tenuta della rete commerciale, innanzitutto in ambito fiscale. E a tal senso le Amministrazioni comunali sono chiamate e tenute a fare la loro parte in tema di tributi locali, evitando nuovi aggravi come ad esempio nel caso dell’applicazione della Tares. C’è poi urgenza di nuove regole per evitare distorsioni alla concorrenza tra le diverse formule distributive ed alterare di fatto il mercato: anche in questo ambito le Amministrazioni comunali sono tenute a compiere un’attenta programmazione dello sviluppo del territorio tenendo ben presente il necessario equilibrio della rete commerciale. Serve infine una semplificazione normativa per ridurre i costi della burocrazia. Da questa crisi che perdura ormai già da 5 anni rischia di uscire una rete commerciale profondamente ridimensionata, al punto da comportare la desertificazione di importanti porzioni del territorio modenese. Rischio da evitare assolutamente”, conclude Confesercenti Modena.