marijuana-san-poloQuando durante un servizio di controllo del territorio hanno notato la rigogliose piante di marijuana amorevolmente coltivate in un podere di un reggiano non hanno minimamente pensato che le piante potessero essere ricondotte al proprietario del fondo. Del resto come poter immaginare un pusher ultraottantenne? Per questo motivo i Carabinieri della Stazione di San Polo d’Enza hanno optato per svolgere mirati servizi di osservazione in attesa del “contadino”. Trattandosi di zona periferica in aperta campagna i militari si sono finti appassionati fuori pista per cui casco in testa alla guida di mountain bike per alcuni giorni hanno “pattugliato” la zona senza intercettare il proprietario della piantagione costituita da 5 rigogliose piante di marijuana dell’altezza di oltre un metro l’una. Le “attenzioni” dei Carabinieri si spostavano quindi nei confronti di un 35enne siciliano abitante poco lontano peraltro gravato da precedenti di polizia specifici. E’ stato lui stesso ad anticipare le risultanze investigative rendendo piena ammissione di responsabilità.

Quando infatti i Carabinieri hanno convocato in caserma il fratello che lo ospitava, il diretto interessato – nel timore che i congiunto, estraneo alla coltivazione, potesse finire nei guai – si è presentato spontaneamente ai Carabinieri di San Polo d’Enza rendendo piena confessione. “Quelle piante sono mie maresciallo, mio fratello non c’entra nulla”. Cosi ha esordito il 35enne che con la sua condotta ha prima rischiato di far finire nei guai l’ultraottantenne proprietario del fondo e quindi il fratello per poi rifarsi prendendosi tutte le responsabilità. La semina sarebbe avvenuta a marzo con i vasi tenuti dapprima in casa e quindi nel cortile. Quando poi le piante sono divenute troppo grandi ne ha deciso il trasferimento nel campo del vicino nascondendole con dei rami di un albero di noce e provvedendo quotidianamente ad innaffiarle fino a quando è stato scoperto dai Carabinieri. Le piante sono state quindi sequestrate mentre il 35enne è stato denunciato alla Procura reggiana.