carabinieri_2002Undici persone arrestate per spaccio di sostanze stupefacenti in prevalenza giovani italiani incensurati e di buona famiglia, una persona sottoposta alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G., 4 persone indagate in stato di libertà, circa 50 giovani segnalati quali assuntori di stupefacenti, tra cui minori, centinaia di cessioni di droga documentate, circa un chilo tra marijuana, hascisc ed eroina bianca sequestrati unitamente ad oltre un migliaio di euro provento dello spaccio! Questi a grandi linee i numeri complessivamente conseguiti nel corso dell’operazione antidroga denominata “Gray Zone” ovvero “zona grigia” per l’insospettabilità dei giovani coinvolti quasi tutti italiani incensurati e di buona famiglia. Un’attività quella condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Castelnovo Monti avviata quest’estate e che, sotto il coordinamento della D.ssa Valentina Salvi, sostituto presso la Procura reggiana, ha portato alla luce oltre due anni di attività di spaccio di sostanze stupefacenti compiuta con regolarità “imprenditoriale” a Reggio Emilia e provincia da numerosi giovani che “trattavano” marijuana, hascisc ed eroina bianca vendendola anche a minori.

L’indagine ha preso il via la scorsa estate quando, nel contesto degli approfondimenti investigativi sui consumi di droga in montagna, i Carabinieri del Nucleo Operativo di Castelnovo Monti individuavano in un abitazione del centro storico di Reggio Emilia la base dello spaccio da parte di due giovani reggiani. Senza alcun attività tecnica ma prediligendo le tradizionali indagini i Carabinieri sono risaliti ai “contatti” dei due (clienti e fornitori) risalendo al vasto giro che ha portato agli undici arresti ed al sequestro, nel corso delle indagini di partite di marijuana, hascisc ed eroina bianca (oltre un chilo ndr). L’unico straniero tra gli arrestati è un cittadino tunisino.

Lo stesso GIP, a conferma dello spessore dell’indagine, nell’ordinanza di custodia cautelare sottolinea che i giovani coinvolti nell’indagine “Gray Zone” svolgevano un’attività che, se fosse lecita, si inserirebbe senza difficoltà nel modello disegnato dall’art. 2082 del codice civile che regola l’attività di imprenditore. Per tutti i coinvolti l’accusa è quella di spaccio di sostanze stupefacenti compiuta a vario titolo da oltre 2 anni in città e provincia nei confronti di decine di giovani. Per alcuni l’aggravante di aver spacciato a minori. Nel corso delle indagini ben 50 ragazzi, tra cui anche dei minori, sono stati segnalati quali assuntori di stupefacenti.