carabinieri-manetteAndando in controtendenza ai pusher tecnologici che prediligono i giovani che raggiungono con whatsapp e facebook (ritenuti più sicuri del cellulare), hanno scelto un target di clientela appartenente alla fascia degli over 50. Una precisa strategia di mercato studiata al fine di contrastare la concorrenza. L’area di spaccio è stata ricavata nelle adiacenze di un frequentato supermercato del capoluogo reggiano per tranquillizzare gli stessi attempati clienti che fingendo di andare al supermercato con occhiate e sguardi compiacenti combinavano lo scambio soldi – droga con il pusher preventivamente allertato al telefono. A scoprirlo i Carabinieri della Stazione di Corso Cairoli che ieri pomeriggio con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti hanno arrestato i cittadini tunisini B.B. 25enne e S.M.R. 26enne, entrambi senza fissa dimora, ristretti a disposizione della procura reggiana titolare dell’inchiesta. Nei guai anche un 60enne reggiano fermato dai carabinieri dopo l’acquisto di due grammi di hascisc in quanto segnalato quale assuntore di stupefacenti alla Prefettura di Reggio Emilia. La svolta nel tardo pomeriggio di ieri quando, recependo alcune segnalazioni, i Carabinieri della Stazione di Corso Cairoli hanno svolto nei pressi del supermercato in questione uno specifico servizio di osservazione che consentiva dopo poco di notare l’arrivo una persona di mezza età che inizialmente diretto verso il supermercato dopo aver fatto accenno con la testa a un gesto d’intesa verso due stranieri presenti al’ingresso si portava sul retro del supermercato venendo raggiunto dai due stranieri. In questo frangente i due consegnavano un involucro, i risultato contenere due grami di hascisc all’italiano ricevendo i soldi,. Perfezionato lo scambio i carabinieri intervenivano ed alla luce della flagranza di reato arrestavano i due giovani stranieri per spaccio di stupefacenti sequestrando all’attempato cliente lo stupefacente appena acquistato. In disponibilità dei pusher oltre 300 euro provento del’illecita attività di spaccio (trattandosi di clandestini senza lavoro ndr) e un cellulare per i contatti con i clienti la cui rubrica è ora al vagli dei militari che intendono ricostruire il giro d’affari dei due “esclusivi pusher”.