tavolo-welfare“Il nostro è un welfare che funziona, ma che deve fare i conti con le sfide che ci si pongono dinnanzi: l’allungamento delle prospettive di vita della popolazione e la crescente richiesta di sostegno da parte delle famiglie più deboli a causa del loro progressivo impoverimento, innanzitutto, ma anche la necessità di garantire sostenibilità al sistema. L’innovazione è quindi l’unica strada percorribile per rispondere a nuovi bisogni sperimentando modelli flessibili e per garantire la sostenibilità del welfare”. Lo ha affermato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli aprendo il Tavolo comunale del distretto dell’Innovazione del Welfare che si è riunito per la prima volta mercoledì 25 marzo in Municipio.

“La revisione dei regolamenti di accesso ai servizi; la sperimentazione di un bando di welfare che eroga contributi alle famiglie che si impegnano in forme di volontariato attivo; così come la convenzione Migranti con Prefettura, Centro Servizi Volontariato e Terzo settore per individuare percorsi strutturati in attività di volontariato per i profughi a beneficio della comunità – spiega l’assessora a Welfare Giuliana Urbelli – Sono alcune delle azioni già in atto che si inseriscono nella cornice delineata dalle linee di indirizzo su cui vogliamo confrontarci con il mondo economico, sociale e del Terzo settore affinché il nostro sistema di welfare, che muove oltre 50 milioni di euro e dà risposta a migliaia di persone, possa essere considerato anche un investimento per la comunità”.

Basti pensare agli oltre 3.600 i minori in carico ai Servizi sociali che complessivamente seguono più di 5.300 famiglie, o agli oltre 1.500 anziani accolti in residenze e nei centri diurni, ai mille che usufruiscono dell’assistenza domiciliare, mentre altrettanti sono inseriti nell’esperienza degli orti. È proprio a favore degli anziani che viene impiegato il 45 per cento delle risorse a disposizione dei Servizi sociali.

“Il potenziamento della domiciliarità – continua Urbelli – la definizione di servizi personalizzati e flessibili e la responsabilizzazione dell’utente attraverso il suo coinvolgimento nell’affrontare i problemi che lo riguardano, ma anche la razionalizzazione e la rendicontazione dell’offerta sono le principali linee guida in cui si inseriscono le azioni concrete che abbiamo intrapreso o progettato”.

A cominciare dallo sviluppo di opportunità di “abitare assistito” come modello di domiciliarietà intermedio rivolto a anziani e disabili; dall’implementazione del portierato sociale; dai percorsi di mutuo aiuto tra famiglie fino a formule di welfare integrativo che sviluppano attività restitutive nei confronti della società”.

Erano presenti al tavolo rappresentanti del Forum del Terzo Settore, del Centro servizi volontariato, delle cooperative sociali e delle associazioni che operano sul territorio, della Caritas, dell’Arci, dei movimenti consumatori, dei sindacati, delle associazioni di categoria e del mondo economico locale.