Giuseppe-Galvani-Spi-Cgil“Lo scorso mese di agosto si è generata una certa confusione fra i pensionati modenesi in merito agli arretrati dovuti dal Governo per effetto dell’incostituzionalità del blocco della perequazione 2012-2013”. A dirlo è Giuseppe Galvani, responsabile previdenza della segreteria Spi-Cgil Modena.
Ad agosto si concentravano infatti diverse scadenze per i pensionati, e non era difficile immaginare che si sarebbe generata confusione. Lo Spi/Cgil era stato facile profeta, ma è rimasto inascoltato!
Lo scorso mese dovevano infatti essere effettuati sia i rimborsi Irpef che il pagamento degli arretrati a seguito della sentenza della Cassazione, con quel meccanismo a scalare previsto dalla legge del Governo Renzi.
Tutto ciò in assenza di una chiara descrizione, in un idoneo documento scritto, da parte dell’Inps, di come si compone l’eventuale erogazione.
“L’Inps, da diversi anni, ha smesso di scrivere ai pensionati quando deve erogare loro importi aggiuntivi – spiega il sindacalista Spi/Cgil – Se si crea un indebito (soldi erogati indebitamente al pensionato) l’Inps scrive, quando invece gliene deve dare no, ed il pensionato non è così in condizioni di avere i dati per controllare la correttezza autonomamente”.
Ma gli arretrati sono stati pagati o no? “In effetti a diversi pensionati sono stati pagati, ma nelle sedi Spi/Cgil abbiamo rilevato tutte le casistiche possibili di errori. Ci sono pensionati che non hanno ricevuto gli arretrati pur avendone diritto, pensionati che ne hanno ricevuto una parte, pensionati che hanno avuto il rimborso Irpef e hanno pensato si trattasse degli arretrati, altri ai quali l’Inps ha detto che pagherà in settembre ed inoltre si è aggiunto anche, per alcuni, e senza comunicazioni, il mancato pagamento della 14°”.
Quindi i pensionati che devono fare ora? “Intanto ogni situazione è a sè stante – spiega Galvani – quindi occorre che i pensionati la verifichino venendo presso le sedi Spi e Cgil”. “Inoltre – prosegue – lo Spi/Cgil ha ribadito la pressante richiesta all’Inps di ripristinare l’invio della documentazione scritta ai pensionati, in ossequio al proverbio “carta canta, villan dorme”.
Contemporaneamente lo Spi/Cgil rivendica la riattivazione del tavolo di confronto con il Ministero sulle questioni irrisolte, come la definizione del montante per il calcolo della perequazione e per dare risposta ai pensionati insoddisfatti della soluzione sugli arretrati della legge Renzi.
C’è infatti chi non ha ricevuto nulla perchè escluso dalla soluzione prevista dalla legge e preannuncia ricorsi.
“Qui occorre distinguere tra quelli che hanno una pensione sotto tre volte il minimo che non hanno ricevuto nulla perchè la loro perequazione non è stata bloccata, e quelli che sono sopra tre volte il minimo e hanno ricevuto una parte o nulla” spiega Galvani “per questi lo Spi vuole porre la questione al tavolo di confronto con il Ministro Poletti, tavolo che deve riattivarsi e individuare risposte, altrimenti saremo costretti ad iniziative di lotta”.
Nel frattempo lo Spi/Cgil sta acquisendo anche pareri legali sulla sostenibilità di eventuali ricorsi, “perchè non intendiamo lasciare soli i nostri pensionati di fronte a questo problema. Il tema più generale che poniamo, e insistiamo perchè venga affrontato, è il tema del reddito, che è troppo basso, mediamente, per i pensionati ed i lavoratori. Questo è il problema e la sfida che il sindacato deve e vuole affrontare.”