La comunità universitaria di Bologna e il mondo del diritto piangono Luciano Vandelli, giurista scomparso stanotte dopo una lunga malattia. Aveva 73 anni. Professore di diritto amministrativo, esperto di autonomie locale, Vandelli è stato assessore regionale all’Innovazione amministrativa dal 2000 per cinque anni. Già vice presidente della Provincia, era stato anche assessore comunale nella giunta del sindaco Vitali.

“Bologna e il paese perdono un grande protagonista della cultura amministrativa, uno studioso e un docente serio, raffinato. Io perdo un amico e un esempio”. Così il Sindaco Virginio Merola. “Luciano Vandelli ci ha dimostrato con il suo lavoro e con la sua persona il valore della passione politica e, soprattutto, il valore dello studio e della competenza: qualità che oggi sembrano non venire più apprezzate. E’ con questo spirito che il Comune di Bologna, nel maggio scorso, gli ha conferito il Nettuno d’Oro”.

“Con Luciano Vandelli perdiamo un docente di chiara fama e uno studioso impegnato per l’ammodernamento delle nostre istituzioni. Il suo sapere e la sua passione civile, Luciano li ha portati anche fuori dalle aule accademiche e dentro la società, nelle istituzioni, fino all’impegno politico, affinché il cambiamento necessario e possibile non fosse solo invocato, pensato e progettato, ma concretamente praticato al servizio della comunità”.  Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, appreso della morte del professor Luciano Vandelli Giurista, docente di Diritto amministrativo, fra gli incarichi ricoperti dal 2000 al 2005 fu assessore all’Innovazione amministrativa e istituzionale della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna.  “In lui, nel suo impegno praticato al servizio della comunità- prosegue Bonaccini- c’era, se così si può dire, quel quid in più di pragmatismo dell’emiliano-romagnolo che si sporca le mani coi problemi e non si limita alla sperimentazione empirica del progetto, ma che prova anzi a far funzionare davvero le cose. E Luciano lo ha fatto davvero, come amministratore a Bologna, prima in Comune e poi in Provincia, infine in Regione come assessore all’Innovazione istituzionale. Il suo ambito di ricerca, sperimentazione e impegno è stato soprattutto quello delle autonomie locali, intese come istituzioni di prossimità al cittadino: da un lato primo spazio democratico, dall’altro dimensione funzionale per la gestione dei servizi. E questo non solo non lo ha mai confinato nella dimensione periferica, ma gli ha permesso al contrario di riflettere ed elaborare soluzioni, avendo sempre presente il quadro d’insieme della società e delle istituzioni, con uno sguardo particolare all’Europa. Non è quindi un caso che le sue idee abbiano trovato riscontro anche oltre confine, circostanza nient’affatto banale per la materia su cui più si era cimentato”.  “Luciano Vandelli- prosegue il presidente della Regione- è stato anche un grande amministratore, stimato e rispettato da tutti per il suo garbo personale, per la sua apertura al confronto e soprattutto per le cose che ha realizzato. La stessa governance regionale e l’attuale assetto degli enti locali di questo territorio debbono ancora oggi moltissimo alla rivoluzione gentile che realizzò nel suo mandato da assessore. Ecco perché, se il nostro Paese gli deve molto come studioso, questa Regione gli deve ancora di più. Non capita spesso che l’impegno accademico trovi un efficace e coerente riscontro in quello politico e amministrativo. Per Luciano è stato così- chiude Bonaccini- e tutti, soprattutto noi che abbiamo avuto il privilegio di lavorargli accanto, anche per questo dobbiamo essergli doppiamente riconoscenti. Il pensiero va ai suoi cari, ai quali va il mio cordoglio personale, quello della Giunta e dell’intera Regione Emilia-Romagna”.