Il 13 dicembre 2019 la Conferenza Socio Sanitaria Territoriale di Modena ha ratificato il piano di investimenti, proposto dalla Regione Emilia Romagna, che destina al potenziamento dei servizi socio-sanitari del Distretto di Mirandola, risorse per 32 milioni di euro e 464 mila euro. Tra gli obiettivi più importanti figurano: il rafforzamento dei servizi territoriali, il miglioramento delle strutture ospedaliere e l’acquisto di nuove attrezzature, oltre  che l’assunzione di personale.

Va, innanzitutto, sottolineato il fatto che tutti i Sindaci dell’Area Nord hanno condiviso questo programma di interventi, riuscendo a trovare una sintesi comune di fronte ai bisogni della cittadinanza; cosa per nulla scontata, in presenza di una costante polemica pre-elettorale, spesso concentrata solo sul tema sanità.

Un impegno, che ancora pochi conoscono, serve per dare alcune risposte concrete a quelle criticità che, da tempo, le Organizzazioni Sindacali Cgil Cisl Uil dell’Area Nord modenese, insieme alle categorie dei pensionati, portano all’attenzione delle Istituzioni locali e regionali, nell’ambito della Contrattazione Sociale Territoriale.

Proposte che, oggi, sono anche il frutto di un rinnovato percorso di ascolto/confronto con i cittadini, messo in campo da molte forze politiche e dai Sindaci del territorio.

E’ l’innovazione dei servizi il valore aggiunto del progetto perché guarda al futuro e fa crescere la sanità, partendo da una corretta logica di integrazione fra ospedale e territorio, elemento che permette la quotidiana presa in carico delle persone. La prevenzione, la fase acuta della malattia ma anche il post-ricovero trovano così il giusto spazio nella rete assistenziale, che si sviluppa in primo luogo all’interno del distretto ma prosegue, per i casi più gravi, in ambito provinciale nel rispetto del principio di universalità che solo il servizio pubblico può garantire con la qualità necessaria. Il valore dell’investimento già deliberato per l’Osco (ospedale di comunità) di Mirandola ammonta a 2,8 milioni di euro a cui si aggiungono 4 milioni e 360 mila euro per la nuova Casa della Salute, mentre per la rifunzionalizzazione dell’Ospedale di Mirandola l’importo complessivo arriva a 12 milioni e 250 mila euro di cui 3,8 milioni da fondi dell’Azienda USL.

Per il Centro Servizi vengono stanziati 474.000 mila euro e alla Casa della Salute di Finale E., compreso l’Ospedale di Comunità, andranno 9 milioni e 309 mila euro.

Il secondo stralcio relativo alla Casa della Salute di Cavezzo, prevede una spesa di 275.000 mila euro, mentre per quella di San Felice l’investimento complessivo è di 1,9 milioni di euro, con progetto ed esecuzione lavori a carico del Comune.

A Concordia arrivano 696.000 euro per la struttura presente e, infine, la Regione ha stanziato il milione di euro che mancava per la costruzione dell’Hospice (struttura per malati terminali) a San Possidonio.

Risorse che garantiscono la realizzazione del progetto complessivo, basato sull’analisi dei bisogni di lavoratori e pensionati, che delinea, da un lato, un percorso diagnostico-terapeutico capace di seguire al meglio la persona nell’intero arco della vita, dalle broncopneumopatie alle cardiopatie, dalla demenza al diabete, dalla gravidanza alla pediatria, dalle dipendenze ai problemi psicologici; dall’altro il potenziamento dell’assistenza domiciliare e la riduzione delle liste d’attesa, senza scordare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Il nuovo disegno della sanità nella Bassa modenese si fonda su un cospicuo investimento nelle degenze ospedaliere, con l’aumento dei posti letto mirati alle nuove esigenze e l’apertura di nuovi servizi come l’Osservazione Breve Pediatrica, la Terapia Semintensiva (Aspo), la Medicina d’urgenza e la Cardiologia riabilitativa, ma anche l’acquisto di una tac di ultima generazione, l’assunzione di nuovi Primari e, sopratutto, l’assunzione di personale infermieristico ed assistenziale. Personale, in questi mesi troppe volte denigrato da affermazioni superficiali, che invece merita di essere valorizzato perché è garanzia di professionalità, efficace nei risultati di cura e da sempre punto di riferimento per l’intera provincia.

La proposta di organizzare un Ospedale di Primo Livello su due Sedi (Mirandola e Carpi) con unica Direzione, ma con funzioni specifiche per ciascuno stabilimento, appare utile per garantire quella sostenibilità di sistema a lungo termine, di cui il territorio ha bisogno.

Naturalmente questo piano straordinario di investimenti, in parte già in fase esecutiva per effetto di atti deliberativi adottati e consolidato da accordi sindacali sottoscritti da CGIL CISL e UIL sul Bilancio regionale 2019/2021 e per l’assunzione del personale (12 milioni di euro), va costantemente monitorato per assicurare che la gestione in capo all’Azienda USL, proceda in modo rapido e coerente.

Le Organizzazioni Sindacali dell’Area Nord esprimono soddisfazione per questo primo risultato, pur sapendo che il benessere della nostra comunità deriva da un lavoro che va ben oltre il momento elettorale e che, l’alto livello raggiunto dal Servizio Sanitario Regionale, si mantiene soltanto se tutte le parti continueranno a credere nel rilancio dell’offerta pubblica, quale elemento indispensabile per l’affermazione di un sistema di welfare veramente inclusivo.